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FIAT 850 SPORT LAMPRA: un Uomo e la sua Auto

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INCONTRO CON ROBERTO CHIAPPINI

Sabato 28 Settembre 2024 il Centro Culturale Franzoni Auto Divisione Classic di via Val del Caffaro 19 a Brescia, ha ospitato Roberto Chiappini – titolare nonché esperto di una carrozzeria in Genova, il quale, nella seconda metà degli anni ‘60, decise di realizzare esclusivamente per sé in modello unico una GT esclusiva, dotata di tutte quelle caratteristiche estetiche e tecniche che le sportive anche di grande prestigio a quel tempo ancora non possedevano. “Mi costruisco l’auto che vorrei. Sono sempre stato attratto dai grandi carrozzieri e dagli artisti del design. Mi sono sempre piaciuti l’aerodinamica ed i motori sportivi e poi era una bella sfida personale, arrivare a conoscere i propri limiti professionali”. Inizia così il racconto di un uomo e della sua auto, un’auto fortemente desiderata e voluta, realizzata con grande passione, genialità, capacità costruttiva, grande conoscenza tecnica, tenacia, fatica ed anche umiliazioni. Anche questa storia rientra nella trasmissione di passione e cultura che promuove il Centro. In sala la sua creazione, la Fiat 850 Sport Lampra, arrivata via strada da Genova tenendo una media dei 130 Km/h e guidata dal suo “giovane” creatore fresco di 84 primavere. 

Presente nuovamente, il Car Designer Enrico Fumia, che ha esposto una breve prefazione/introduzione alle tendenze estetiche dell’automobile di quel periodo. In particolare Fumia, ha evidenziato come ancora nel 1961, quando venne presentata una vettura rivoluzionaria come la Jaguar E Type, questa vettura non aveva una singola parte con linee tese.

Linee che entrarono in voga nella seconda metà degli anni ‘60 anche sulle vetture di serie, che divennero più squadrate. Dall’uscita sul mercato delle Fiat 850 Coupè e Spider molti carrozzieri realizzarono vetture speciali su questi telai. Tra questi Fumia, rammenta anche la Siata Spring, una spaiderina con linea retrò, dove Fumia disegnò, vincendo anche un premio, la finta mascherina/ presa aria a radiatore del frontale. Fumia ha chiuso con un una slide riassuntiva di tutte le versioni speciali realizzate sul telaio della 850 ed inserendo la Lampra, il cui telaio è del 1968, ma la cui presentazione è avvenuta al Salone di Torino 1970. Questa mette in luce la modernità della realizzazione. L’intervista a Roberto Chiappini è stata tenuta da Remigio Camilla che ha già scritto un articolo per Auto Class Magazine, e quindi conosceva già i risvolti della storia che vediamo qui di riassumere.

A Roberto Chiappini sarebbe piaciuto acquistare telaio e motore di una Ferrari, ma chissà se il Drake glieli avrebbe venduti e poi a che prezzo. Così scelse il telaio della 850 Sport Spider che la Fiat forniva alla Bertone.  In Fiat trattò con il dott. Paladini che acconsentì a vendergli il telaio, ma lo avvisò anche che la vettura finita non avrebbe dovuto superare determinati pesi, sia anteriormente che posteriormente, al fine di ottenere il nulla osta ai documenti, dal Centro Stile che avrebbe valutato il risultato finale.  Così cominciava l’avventura di Chiappini come progettista, designer e costruttore di una On-Off.  Chiappini decise di partire dalla posizione dei fari, dove optò non per i suoi originali tondi, non pensò a fari a scomparsa, ma a fari messi arretrati ed incassati. La scelta cadde su quelli della Fulvia Zagato. Posizionò poi il radiatore originale modificato per poter funzionare in orizzontale e questo diede lo stimolo per realizzare il frontale. Studiò quindi la curvatura del Parabrezza e da li lo studio della sesta dei vetri. L’ispirazione venne da una sport car top al momento, la Lamborghini Miura.

Si inventò anche un isolamento al calore del sole, con un foglio di espanso di un cm di spessore, sul quale rivettò un foglio di alluminio a chiudere il tutto e su questo fissò il rivestimento del tetto. Una soluzione efficiente, ancora oggi e che dice Chiappini: “ Mai trovato nulla di simile in nessuna vettura. Per il posteriore ebbe un’intuizione, ossia che il motore doveva essere un motivo estetico e quindi a vista. Il posteriore nacque con una griglia aperta, con profili verticali. Tanti i particolari che dovettero essere studiati apposta, come il serbatoio della benzina o il funzionamento delle spazzole tergicristallo. Terminata la linea e tutto il lamierato la costruzione è passata ai profili, fatti in ottone, per facilità di cromatura.  Per gli interni si avvalse della opportunità offerta dal suo amico tappezziere, Marino Civardi, che aveva avuto l’incarico di rifare gli interni di una Miura, che originali, al cliente non piacevano. Così, prese le quote dei tubolari e li rifece adattandoli agli spazi della vettura ma con l’ispirazione agli originali Miura.

Mentre le finiture in radica vennero approntate dal fratello di Chiappini. Legni pregiati: legno di rosa per l’inserto del cruscotto, cedro del Libano con il particolare colore naturale per le modanature e radica di noce nazionale per le impiallacciature.  Tante le cose da fare e Chiappini racconta: “Io non sono un disegnatore, e tutto era nella mia mente”. Nasceva così una linea che sarebbe stata diversa da quelle sul mercato e caratterizzata da tagli netti e superfici piatte. Particolare ed esclusivo, ricavò un vano bar illuminato, un ripostiglio per i documenti con lo sportellino in radica, il vetro divisore tra motore e abitacolo in triplo strato ed altro ancora. Finita la scocca, chiamò un cugino, ingegnere laureato e si fece fare i disegni da presentare alla Fiat. Probabilmente nessuna automobile è stata mai disegnata dopo averla costruita. Per la verniciatura, coinvolse l’azienda che gli forniva le vernici per la carrozzeria, la Pozzi. Per il colore Chiappini fece varie prove, ma niente lo soddisfaceva. Il fratello suggerì di inserire polvere di oro zecchino ed alla fine uscì un colore profondo che oggi definiremmo “micalizzato” e la vettura venne verniciata come la laccatura cinese a più mani, carteggiata e rifatta (7 o più volte) fino ad ottenere una profondità ineguagliabile.  Quando vennero i dirigenti della Pozzi a vederla, rimasero talmente entusiasti che gli proposero, quando finita, di esporla nel loro stand al Salone di Torino.  Il motore originale della 850 era intanto in un angolo della Carrozzeria… A Chiappini venne l’idea di comprare un motore dall’Abarth. Prese appuntamento con il Direttore Avidano che, dopo una lunga sala d’attesa, avendo esposto la richiesta e mostrate alcune foto del lavoro fatto, le guardò con sufficienza, le posò e guardandolo gli disse: “Non diamo i nostri motori per queste cose!”    I tempi   si facevano stretti, montò tutta la meccanica originale, informò la Fiat degli obiettivi raggiunti e della possibilità di esporre a Torino.

Il giorno dopo, Paladini informava Chiappini di una bella notizia: se riusciva a partecipare al Salone di Torino, il giorno dopo la conclusione l’avrebbero aspettato al Centro Stile Fiat per la seduta di omologazione facendo riferimento all’Ing. Sardone.  Il salone di Torino 1970, si svolgeva dal 28 ottobre al 8 novembre. La pressione fu tanta per riuscire ad essere pronti per poter entrare alle ore 21.00, precise del 26 ottobre per posizionare la vettura nello stand che era in fondo al Palazzo delle Esposizioni. Bisognava anche dare un nome alla vettura. Guardando le foto degli animali, in un ora tarda di una giornata di lavoro, Chiappini individuò un insetto con il colore molto simile alla macchina e con gli stessi riflessi. Lampra rutilans… Perfetto e Lampra fu!. Chi ha avuto l’occasione e la fortuna di partecipare ai Saloni di Torino di quegli anni ricorderà che immediatamente a destra del portone principale si posizionava sempre lo stand Abarth. Chiappini era emozionato nel varcare questa soglia del mondo dell’Auto e soprattutto dei grandi Designer. Vide la signora Pozzi che lo salutava e gli fecero segno di avviarsi con la vettura in moto e piano entrò emozionato. All’interno vi era tanta luce che dava persino fastidio. Chiappini vede fermento al suo passaggio e gente che indicava la Lampra. Arrivato alla stand ci fu un grande applauso di tutto il personale. Improvvisamente, si trovò di fronte Avidano, elegante cravatta Abarth e stemmino all’occhiello, gli stava vicino l’ing. Colombo, gli porse la mano che strinse con riluttanza. “Chiappini – disse. Ma è questa la macchina?”  “Si”. Avidano si girò verso Colombo gli parlò piano tanto da non farsi sentire da Chiappini, che però vide che l’ing. assentiva con il capo. “Chiappini, se lei lo permette, stanotte smontiamo il motore e ne montiamo uno dei nostri, un bel radiale che abbiamo pronto nello stand”.

Racconta Chiappini, che Avidano aveva un bel sorriso, troppo bello, un sorriso che lo irritò, pensando a come lo aveva snobbato poco tempo prima e replicò: “No dottore, non do la mia macchina per i suoi motori”, si girò, e chissà la sua faccia come rimase… Per valorizzarla, la vettura venne alzata su quattro cubi e venne messo un bel cartello di descrizione.  La vettura venne molto ammirata allo stand Pozzi. Alcuni chiedevano se veniva venduta la “vernice Lampra” Vip, come Tony Renis invece volevano acquistare la vettura. Chiappini risponde che non è in vendita e Renis ribatte che è disponibile a pagarla 7.000.000 di lire e gli disse: “ Ci pensi”. Ma il complimento migliore  fu quello ricevuto da Giorgetto Giugiaro, che commentò: “Bella innovativa, mi piace l’idea dei tagli netti, molto equilibrata, interno stupendo.  Vuol venire a lavorare da me? All’Italdesign sarebbe il benvenuto… le offro l’alloggio e 300 mila lire al mese”. Chiappini per il momento ringraziò per la generosa proposta di lavoro.  Addirittura un distinto signore, il giorno dopo, voleva formalizzare una offerta di lavoro in Australia, e precisamente a Sidney per costruire 100 Lampra!!! Chiappini commenta: “ Forse in quel momento passò il treno della vita”…  E venne il giorno dell’esame per l’omologazione.  I pesi, la prima verifica che fecero, furono perfetti. Poi gli fecero lasciare la vettura e gli dissero di tornare nel pomeriggio.  Nel pomeriggio al rientro una persona molto contrariata accolse Chiappini dicendo che “Mai più un lavoro così” e che gli davano l’omologazione per 10 veicoli. Se ne voleva di più doveva fare delle modifiche. Quando, dopo 10 giorni, tornò per avere tutta la documentazione di omologazione per l’immatricolazione ,gli venne spiegato, da un dirigente, il motivo della contrarietà del funzionario, quando lui, Chiappini, non ricordava di aver fatto nulla per infastidire la persona…

Gli disse il dirigente: “ Chiappini, lei con la Lampra ha portato scompiglio al centro stile, l’Ing. Sardone visto quanto lei è riuscito a fare da solo, ha convocato tutti i dipendenti, e invitandoli a guardare bene la macchina ed a pensare che tutto era stato fatto da una persona, in meno di due anni, mentre loro tutti, ci impiegano 10 volte di più. Insomma gli aveva fatto una bella lavata di testa e la persona che si è rivolta a lei in maniera sgarbata è il capo operativo del Centro!”…  Nell’attesa della definitiva immatricolazione Chiappini andò a perfezionare la sua creautura. Assetto ribassato di 6 cm con molle specifiche anteriori e posteriori.  Elaborazione Pavesi con una nuova testata del 903 a 4 condotti. Chiappini realizzò il collettore di aspirazione con due Weber dcoe 40 e il collettore di scarico piegando i tubi in modo da riempire lo spazio a disposizione e montando una marmitta regolarmente omologata.

Da allora la vettura è circolante, ha avuto qualche periodo di fermo e stata restaurata ed oggi partecipa a raduni e Concorsi d’Eleganza. Nella Sala delle Conferenze del Centro Culturale Franzoni Auto Divisione Classic è stata esibita coperta da un telo e resa visibile alle fine del racconto di questa storia incredibile, unica e bella, tra scatti degli ormai accreditati smartphone e un caloroso applauso di complimenti.

Domenica 29 Settembre al Concorso di Eleganza di Meano, Roberto Chiappini ha ricevuto da Enrico Fumia il primo premio per la migliore realizzazione fra i modelli unici esposti. Un degno riconoscimento a questa storia unica!

Carlo Carugati

Classe ’61, sposato dal 1983 con due figli, ha esordito in ambito professionale in una emittente locale bresciana ove ha fatto esperienza a tutto campo fino ad arrivare al ruolo di segretario di produzione, per passare poi al settore commerciale Automotive dove nel 2006 ha maturato un Master in Gestione Commerciale d’Impresa. Dal 2007 si occupa in prevalenza di auto di interesse storico, sportive e da collezione. Attualmente è Direttore Artistico del Centro Culturale Franzoni Auto Divisione Classic di Brescia. Come giornalista non professionista scrive per alcune riviste di settore e si occupa anche della comunicazione aziendale per conto di alcune associazioni e club di auto storiche. Tra queste si segnala il suo contributo come Promoter della Fondazione “Giorgio Brunelli” per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale” e la sua partecipazione attiva nel direttivo della A.A.V.S federata alla F.I.V.A in qualità di Conservatore del Registro Storico Nazionale ed addetto stampa della stessa. È inoltre Socio Onorario con incarico di Capo Ufficio Stampa del Club Volkswagen Italia, Vicepresidente del Biturbo Club Italia, Ufficio Stampa dell’Opel Fans Italy e dell’artista Luana Raia “Eventi”. Vanta una collaudata esperienza in giurie di Concorsi d’Eleganza, quali: Stelle sul Liston, Historic Racing Venezia, AppassionAuto, Concorso di Eleganza di Montecatini Terme, È Presidente di Giuria dei Concorsi di Eleganza organizzati dalla Mostra Scambio di Lario Fiere, Erba (CO).

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