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Pagani 25 e Drive Different – Il mito e le nuove prospettive
IL MAUTO DI TORINO, OSPITA DUE MOSTRE TEMPORANEE, APERTE FINO AD APRILE, SU UN PICCOLO GRANDE COSTRUTTORE DI OGGI E SUL FUTURO IMMAGINATO CINQUANT’ANNI FA
Pagani 25 e Drive Different: due modi opposti di vedere il mondo delle quattro ruote, uniti da un sottile filo fatto di inventiva e voglia di migliorarsi. Raggiungere prestazioni sempre più entusiasmanti e ottimizzare la mobilità sono due sfide che, da sempre, tormentano l’uomo come inventore di macchine. Horacio Pagani, costruttore partito da zero, e Giosuè Boetto Cohen, nota firma del giornalismo automobilistico italiano, accompagneranno i visitatori del Museo dell’Automobile di Torino fino al 7 aprile 2024, in due percorsi temporanei che si vanno ad abbracciare alla già vasta ed avvincente storia del trasporto su ruota del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.
UNA LEGGENDA DI OGGI E DOMANI
Quella esposta a Pagani 25 è una storia di tenacia e caparbietà, il desiderio di un bambino che, dopo una lunga gavetta, passata per l’appoggio di un talent scout d’eccezione come Juan Manuel Fangio, approda al lavoro da sempre immaginato, facendo però di un traguardo un ulteriore trampolino di lancio verso il successo. Horacio a Pagani 25 parla di come sia diventato un mago della fibra di carbonio, dalla scrivania di casa in Argentina al reparto di ricerca e sviluppo della Lamborghini, prima di mettersi a fare un’auto tutta sua. L’evoluzione di un sogno che passa attraverso tre importanti capitoli, Zonda, Huarya e Utopia, insieme a filamenti di carbonio grezzo e componenti completi, strepitosi capolavori, a dimostrazione di come la ricerca della perfezione non arriverà mai alla parola Fine.
OSTACOLI CHE RITORNANO
Delle best seller degli Anni ’70, come Giulia e 128, simboli di un’era spensierata, e alle loro spalle una Gaz 69, come quelle usate nella Guerra del Kippur, vinta da Israele contro gli ostili vicini, in seguito a cui ci fu la ritorsione dell’OPEC nei confronti dell’Occidente. A Drive Different, viene raccontato di come quel periodo fu l’inizio di un lungo, e non ancora terminato periodo di interrogazione sulle nostre abitudini, se bruciamo troppo carburante oppure no, che tutt’ora ci tormenta, costringendoci a fare vittime eccellenti: basti pensare al prodigioso motore Wankel in Europa, rappresentato dalla NSU Ro 80 del Mauto, o a tutta la motoristica endotermica nei prossimi anni, soppiantata da quella elettrica. Ansie e timori che ci hanno stimolato a partorire idee a geniali, utopistiche e curiose, come la Kar-a-sutra, dell’architetto Mario Bellini, di cui è esposta una quasi fedele replica, esperimento di veicolo ultra ecologico nato ai tempi dell’Austerity dalla collaborazione tra il Politecnico di Milano, Citroen e il brand di arredamento Cassina. A completare il tutto, insieme a esempi di mobilità sperimentale e ricarica rapida, un confronto fra una Beta coupé e il concept Pu + Ra, il vecchio e il nuovo di Lancia, marchio che tornerà in carreggiata totalmente elettrificata, accompagnato da uno scritto dello stesso Cohen, che senza cedere a facili tifi da stadio, fa un quadro obiettivo e ampio su come affrontare il domani senza demagogie.
Quello che al Mauto è in mostra fino all’inizio del 2024 rappresenta un po’ lo scontro fra il cuore e la ragione, cose che spesso litigano fra loro e mal si conciliano, ma che con tempo e pazienza è possibile far andare a braccetto con le giuste soluzioni.