Must
40 anni di combinazioni: auguri cubo di Rubik!
Correva l’anno 1976. Mentre nelle abitazioni si affacciavano timidamente le prime consolle di videogiochi (con l’intramontabile Pong a fare da capofila) ed i cinema avrebbero ospitato da lì a breve il primo capitolo della saga di Guerre Stellari, una trilogia destinata a (ri)scrivere la storia della fantascienza, un piccolo e semplice cubo stava per venire alla luce…
Se nei laboratori di ricerca la corsa alla microelettronica stava diventando sempre più forsennata c’era anche chi, come l’architetto Erno Rubik, avrebbe partorito un’idea geniale, un rompicapo destinato a far impazzire milioni – se non miliardi – di appassionati di puzzle sparsi per il mondo: stiamo parlando del geniale cubo di Rubik, un must degli anni ’80.
Nessuno avrebbe potuto pronosticare un successo così grande per il piccolo cubo: basti pensare che, nel 1986, il New York Time ne aveva sentenziato la “morte”. Niente di più sbagliato: negli ultimi vent’anni il richiamo del cubo si è fatto sempre più forte, tanto da spingere matematici a scrivere un algoritmo per risolverlo e ingegneri a creare robot programmati per battere ogni record: qualche mese fa il puzzle è stato risolto in poco più di tre secondi dal robot Cubestormer3.
I numeri del cubo di Rubik fanno girare la testa: 43 miliardi di miliardi di combinazioni possibili (ed una sola è quella corretta…), 300 milioni di pezzi venduti, 40 anni di storia. Storia che sarà celebrata con una mostra al Liberty Science Center di Jersey City nella contea di Hudson.
Il presidente del museo statunitense Paul Hoffman non ha certo badato a spese ed ha allestito una mostra che ripercorre le tappe più salienti della storia del cubo: il pezzo forte è un cubo d’oro a 18 carati, dal valore di 5 milioni di dollari; si passa poi alla versione in legno ed elastici, una delle prime a vedere la luce. Ed a migliaia di altri pezzi di ogni genere e tipo: roba da far girare la testa. Ma dopotutto se amate il piccolo cubo di Rubik dov’è il problema?