Fuorigiri

Sul cordolo della rotonda: il furgone bianco

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Attenzione! Il pezzo che andrete a leggere è carico di contenuti ironici ed il frasario è libero. Prendetelo con filosofia…un po’ come le code sull’A14 a inizio agosto…

A pochi giorni dalla “conquista” del prezioso tesserino rosa pallido il mio timore principale era quello di innestare la quinta marcia nelle lunghe vie dove i semafori sono rari e i rallentatori non esistono. Temevo infatti che il prodigioso “milleecinque diesel” (il turbo manco sapevo cosa fosse) della Citroen mi abbandonasse proprio sul più bello regalandomi una ripresa degna di un trattore a cingoli invischiato nel fango di una vigna.

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Oggi, a dieci anni di distanza, sebbene il motore sia cambiato (dispongo infatti di un altrettanto scattante “milledue benzina”) la ripresa è sempre la stessa. A mutare sono stati i timori: ormai la quinta marcia non è più un tabu, si innesta senza problemi anche nelle vie più brevi. Il timore più grande è quello di intravedere nello specchietto una particolare categoria di automobilisti, un’elite tanto intransigente quanto pericolosa: quella dei liberi professionisti, aka le persone che chiami quando il frigorifero non funziona o la lavatrice vomita Dixan sul pavimento di casa.

Fiat238

Quando dall’altra parte della strada compare la sagoma bianca di un furgone bianco sai già di essere fottutto qualsiasi sia la risposta alla minaccia. Prendiamo ad esempio una rotonda qualsiasi di un incrocio qualsiasi: i SUV con MILF alla guida sono una minaccia soltanto relativa, a patto che non siano contemporaneamente al telefono e non guidino con il tacco 12. I furgoni guidati dai liberi professionisti, caffè corretto Sambuca o meno, sono una minaccia. Relativa nemmeno per sbaglio. Le contromisure adottabili sono due ed entrambe del tutto inutili: se accelerate sperando di anticipare il furgone bianco ed ottenere la precedenza vi sbagliate di grosso; vi ritrovereste ad inchiodare a metà rotonda per consentire il passaggio del furgonato Fiat a cavallo del cordolo lanciato ad almeno 90 km/h. Roba che nemmeno si vede all’autodromo di Monza o sulla tangenziale Est di Milano.

La seconda contromisura implica un improbabile gioco di sguardi con l’idraulico/elettricista, il più delle volte al telefono. Per attuare questa strategia dovrete trovarvi in un incrocio piuttosto stretto ed essere maestri arte dell’espressionismo minatorio; sperare di ottenere un’insperata precedenza (peraltro dovuta) è tuttavia (quasi) del tutto impossibile. Lo STOP che a scuola guida vi hanno insegnato essere una linea invalicabile non esiste per i furgoni bianchi, è soltanto una linea bianca tracciata quasi per caso: una pittura rupestre senza alcun significato.

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Se la sagoma del furgone bianco compare nel vostro retrovisore (magari in un rettilineo stile Monza) sarete altrettanto in pericolo, condannati a mantenere una velocità non inferiore ai 70 km/h e a saltare sui cordoli delle rotonde, roba da “Speed” insomma. In men che non si dica il puntino che appare tanto distante si troverà a meno di un quarto della distanza di sicurezza prevista dal codice della strada, per usare il gergo automobilistico quel puntino “vi sarà nel culo” in tre secondi e otto dalla apparizione nel retrovisore. Sono ancora due le possibilità che vi restano: premere a tavoletta sperando di non incrociare la Municipale o svoltare nella prima via laterale disponibile. Peccato che nel 99% dei casi lo stesso furgone svolterà (naturalmente senza freccia) seguendovi nella traversa che non consentirà nemmeno il sorpasso: il rischio di strombazzata molesta è decisamente alto.

ford transit

E non provate a fermarvi alle strisce per consentire il passaggio di un pedone a caso: vi ritrovereste con un tamponamento quasi assicurato. Il rapporto tra liberi professionisti furgonati e pedoni/ciclisti è anche più complicato: se lo STOP tracciato sull’asfalto non aveva alcun significato, quei bizzarri rettangoli bianchi cosa potranno mai indicare per chi sta correndo verso signore alle prese con prese di corrente fulminate? Assolutamente nulla. Ogni pedone sa che quel furgone bianco in rapido avvicinamento non accennerà nemmeno a rallentare, come un Pendolino in transito in una piccola stazione di provincia: non resta che fare un passo indietro e aspettare tempi e automobilisti più propizi all’attraversamento. Magari non una MILF al telefono con l’estetista o un anziano con tanto di cappello e cambio a tre rapporti, se tenete all’integrità di tibia e perone.

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Classe 1988, nato a Piacenza, sono dottore in Giurisprudenza e redattore per Sportpiacenza.it. Collaboro attivamente con un forum di Fantacalcio e scrivo pezzi, dai contorni semi-seri, dedicati alla mia città. Appassionato di informatica, fantascienza in ogni sua declinazione e teatro mi sono avvicinato soltanto da poco al mondo dell’auto d’epoca. Inguaribile nostalgico, setaccio la rete a caccia di video di Gran Premi anni ‘70 e rally che hanno fatto storia. Come sogno nel cassetto ho una muscle car, magari una Corvette di fine anni Sessanta.