Auto
Panda a Pandino 2024 – Tutti le vogliono bene
L’EVENTO PIU’ ATTESO DELL’ANNO DAI PANDINISTI, CARICO DI ALLEGRIA, NON SI FERMA NEANCHE COL MALTEMPO, BATTENDO UN NUOVO RECORD DI ISCRITTI
Immaginate quanto possa essere triste un mondo senza la Panda. La piccola di casa Fiat, con oltre quaranta primavere sulle spalle, tre generazioni e innumerevoli allestimenti è oggi amata più che mai, come ogni anno viene dimostrato intorno al castello di Pandino. Un’auto che si adatta ad ogni situazione e svolge ogni cosa che le si chiede, senza minimamente lamentarsi, ma anzi eseguendo il compito col sorriso. Questa è una meritata festa che le viene dedicata ogni anno, attirando molti equipaggi e vetture da ogni parte d’Europa, quest’anno ben 1031, macinando coraggiosamente chilometri di autostrada, consapevoli delle prestazioni poco esaltanti date da motori molto piccoli e virtuosi. Appassionati che, come la stessa Fiat Panda, hanno mostrato una pelle dura e tanto coraggio dinanzi alla pioggia e al cielo grigio che non hanno lasciato tregua.
PANDINO SI FA IN TRE
Da quest’anno il Panda a Pandino si è allargato dal venerdì alla domenica, con un ricco programma lungo tutto il weekend, la possibilità per i pandinisti di campeggiare nel locale campo sportivo e di far festa anche la sera. Il sabato si è svolto un record presso il McDonalds di Bagnolo Cremasco, facendo battere alla cassa uno scontrino unico di 300 clienti, tutti rigorosamente Pandamuniti, poi impegnati nel Pandagiro, che attraverso le campagne li ha portati al Castello, in attesa della giornata clou di domenica.
DA GIUGIARO AD OGGI
A Panda a Pandino, come sempre, c’è stata la possibilità di osservare da vicino ogni versione immaginabile di questa piccoletta: la primissima, opera di Giorgietto Giugiaro e della sua Italdesign, qui presente anche a targhe nere; la Supernova; la Van, nata presso la Carrozzeria Maggiora; la seconda serie, fatta in Polonia; e quella attuale, made in Pomigliano, testimone dell’era Marchionne. In questa grande foto ricordo di famiglia, col castello visconteo sullo sfondo, ovviamente non ha potuto mancare la più cercata e smanettata, la 4×4, che si è smarcata dall’immagine di semplice spostapersone per i paesini di montagna e si è rifatta una giovinezza come reginetta dell’offroad.
UN’AUTO MULTIDIMENSIONALE
La Panda si è sempre ben prestata ad una moltitudine di combinazioni di colore ed interni, alcuni dei quali passati alla storia come vere e proprie serie speciali, a tiratura limitata o destinate a specifici mercati stranieri. Ve la ricordate la rarissima Italia 90? Qui a Pandino ne sono arrivate ben due, con i loro preziosissimi copricerchi specifici, di cui una arrivata dall’Inghilterra, una Panda Alessi seconda serie, molte 100 HP, diverse Cafè, svariate Sisley e altre che non abbiamo mai visto girare dalle nostre parti. Pandini divisi tra quelli perfetti, freschi di restauro, con tanto di targa Oro dell’ASI sfoggiata con orgoglio, e altri che hanno mostrato una, per nulla fastidiosa, cropa del tempo, fatta di bozzi e sbiadimenti del colore. Peccato che i nuvoloni abbiano scoraggiato a venire quegli esemplari di Panda Rock, creazione di Moretti, che tanta attenzione hanno ricevuto gli anni scorsi.
AD OGNUNO LA SUA
Che la Panda non osi obiettare se qualcuno le apporta qualche modifica, di qualsiasi genere, è cosa risaputa, e sembra pure che si faccia pastrugnare in mille modi. La 4×4 è quella su cui a tanti piace sperimentare: tante riconoscibili per le tende da escursione sul tetto, con assetti da roccia o da sabbia, in sintonia con le grandi traversate intercontinentali fatte di percorsi disastrati, lungaggini alle dogane e storie che possono riempire libri. Lo sponsor MAFRA ha preso in mano il cacciavite e ha fatto una sua visione, molto radicale, sul tema Panda 4×4. Innumerevoli le Supernova 750 e Fire a cui è stato stravolto quasi tutto e trasformate in giocattoli sempre in costante lavorazione, come quelle a vocazione più corsaiola e le altrettante in formato subwoofer su ruote. Panda che hanno vestito la mitica livrea Martini, come le Lancia del Mondiale Rally; Panda che prestano servizio al locale caseificio; Panda funebre per l’ultimo viaggio; Panda giurassica, per stare in mezzo ai dinosauri; Panda in ogni come e di ogni perché. Presenti anche una Panda Supernova dei Vigili del Fuoco, una della ex Guardia Forestale, quelle di ultima generazione di Polizia di Stato e Municipale, e due 4×4 classiche delle poste svizzere.
UNA PANDA PER OGNI STILE
In una manifestazione che pare allergica alla serietà, come Panda a Pandino, sono stati assegnati dei riconoscimenti a chi si è sbizzarrito di più in alcuni campi: la Panda più tamarra; la Panda più ammaccata; la Panda meglio conservata; la Panda 4×4 più elaborata, quest’ultimo assegnato ai tre esemplari ipercamperizzati dei ragazzi di Hoonipanda. Momento di raccoglimento per il più importante, il premio Panda Antonio Narducci, istituito per commerorare il pandinista di Foggia scomparso prematuramente, la cui Panda è stata portata all’evento dal fratello Donato, grazie anche all’aiuto della Famiglia Pesola, nota come La Famiglia Social.
Quello di Panda a Pandino, per il suo staff, è stato un lavoro titanico, anzi Pandanico, che ha visto impegnati Alessandro Baiocchi, Francesco Pino, Alessia Pino, Sergio Ferrari, Gaetano Vigliotti, Sebastiano Riscica, Simone Labo’, Michele Martino, Erica Zaneboni, Matteo Fedeli, Davide Cappa Voice e Laura Magnani, insieme al car influencer William Jonathan e ai tanti volontari che hanno dato il loro prezioso contributo alla manifestazione, il cui ricavato andrà all’associazione Soli Mai. Un grande tributo ad un grande modello, la Fiat Panda, che più che una macchina la consideriamo come un’amica fedele che, come tutti noi, ha il cuore grande.