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Auto e Moto d’Epoca 2023 Leggende nella Motor Valley
Alla sua quarant’esima edizione la principale esposizione di classiche d’Europa cambia casa e approda nella culla delle supercar, ampliando la sua offerta e ottenendo grande risposta da pubblico e commercianti.
Dopo 39 anni Auto e Moto d’Epoca saluta Padova e si accomoda nella più moderna e gestibile fiera di Bologna, inebriandosi di quell’humus unico e irreplicabile che ha dato i natali a Ferrari, Maserati, Lamborghini, Pagani, De Tomaso e Ducati. Il posto giusto dove spostare ed ingrandire una manifestazione già enorme e ricca di bellezze da vedere e comprare, unendo la nostalgia per il passato con i pochi episodi entusiasmanti che, probabilmente, ci riserverà il prossimo futuro. Tra sofisticate exotic e autentici pezzi da 90, passando per una vasta sfilza di motociclette e una valanga di ricambi, Auto e Moto d’Epoca 2023 è stata anche l’occasione per osservare l’andamento dei prezzi, specialmente per quanto riguarda quello dei modelli da comune mortale, ma su cui ultimamente si sta creando una bizzarra speculazione. Come suggerito dal profumo di costine e salamelle la carne al fuoco è tantissima.
RICORDI DI SICILIA
Ad Auto e Moto d’Epoca l’Automobile Club d’Italia ha voluto celebrare gli anni d’oro della targa Florio, portando una selezione di veterane provenienti dalla Collezione Lopresto, dalla Fondazione Gino Macaluso, dalla Scuderia del Portello, dal Mauto, dal Museo Alfa Romeo e da quello Porsche. Augusta, 037, 1900 Touring, 356 B 2000 GS e altre hanno fatto da sfondo ad alcune conferenze, come quella sul modo in cui la nostra passione possa essere utile per alleviare le sofferenze indotte dalla disabilità, come ha ricordato l’organizzatore della Mostra Scambio di Erba Angelo Colombo, che ha rievocato l’esempio di Clay Regazzoni.
IN SCENA LA STORIA
Auto e Moto d’Epoca è stata l’occasione perfetta per l’Automotoclub Storico Italiano per mostrare a tutti la Giulietta berlina, che fu di Enrico Mattei, il presidente dell’ENI che, col suo operato, ha segnato un’epoca. All’ASI Village esponendo Lamborghini Miura e Bizzarrini 5300 GT, questa autografata dal suo creatore, si è voluto celebrare l’estro dell’ingegneria italiana, anche attraverso dei meeting a tema, come quello sulla LMX Sirex, l’ambiziosa sportiva milanese motorizzata Ford a cui è stato recentemente dedicato un libro.
IL NUOVO CHE NON DIMENTICA
Nei padiglioni bolognesi Auto e Moto d’Epoca ha voluto dare spazio anche a quelle che classiche non lo sono ancora, ma che fanno tesoro delle esperienze e del ricordo dei marchi che portano. Alfa Romeo ed FCA Heritage; rappresentate da Jean Philippe Imparato, Roberto Giolito e Alejandro Mesonero; hanno tolto i veli, per la prima volta davanti al pubblico, alla 33 Stradale. Evento celebrato insieme ad alcune commemorazioni, come il trentesimo della 155 nel DTM, le sessanta candeline spente dalla Giulia GT e il mezzo secolo della Lancia Stratos. Pochi metri più avanti la Touring Superleggera ha fatto altrettanto con la Arese RH95, affiancata dalla recente versione station wag.. ah pardon shooting brake della penultima Quattroporte. Toyota ha piazzato la nuovissima Land Cruiser, che omaggia affettuosamente la sua bisnonna del 1980. Volvo ha rispolverato NCC e VESC, due concept fondamentali, con le quali ha sperimentato nuovi importanti dispositivi di sicurezza ormai nella dotazione standard. Mercedes ha ricordato a tutti come si fa una coupé, con le iconiche 280 SE, 560 SEC, CLK prima serie e W123. Il preparatore Romeo Ferraris ha puntato sul duo d’oltremanica Catheram e Morgan. Quelli della Errerre, con la loro Fuoriserie, hanno provato a riprodurre la Giulia dei vecchi tempi sulla scocca di quella odierna, tramite dei nuovi pannelli per la carrozzeria in fibra di carbonio.
IL MEGLIO DELLE GRANDI COLLEZIONI
L’ingresso principale della fiera di Bologna è stata la vetrina perfetta per il Museo dell’Automobile di Torino, con alcuni cavalli di razza come la Ferrari 312 T5, che fu di Gilles Villeneuve, e la Maserati 26 B del 1928, insieme alla stupefacente Monaco Trossi. Sono stati partecipi anche il Musée National de l’Automobile, con la romanticamente ancora gibollata Bugatti Type 251; Autoworld di Bruxelles con la Nagant Six Type 137; Il Lowman con la Tarf Bisiluro, quasi gemella di quella del Mauto; e il Castello di Compiègne con la fiabesca La Mancelle, alimentata a vapore. Puntuale all’appello il meglio della Motor Valley; come le collezioni Panini, legata al tridente modenese; il Museo Ferruccio Lamborghini, con la Miura personale dello stesso Ferruccio e la Collezione Marazzato, con il suo Fiat 682 autocisterna AGIP in pensione. Presentissimo anche Mario Righini con parte del suo assortimento, compresa un’Alfa 6C 2500 Freccia d’Oro. Nel frattempo quella scarpa su ruote della Ebano, su telaio Fiat 615, si è si è apprestata a calciare un presente sempre più privo di modelli sfiziosi. .
UNA SCELTA IMMENSA
Auto e Moto d’Epoca attira, da sempre, gente da tutta Europa, e probabilmente anche da fuori, in cerca del nuovo sfizio da mettere in rimessa, sia che si tratti di Bugatti o di Simca. Tra l’esuberanza stile disco ’70 di alcuni venditori e la pacatezza da pilota scozzese di altri, illuminati dalle fragili e magiche insegne vintage, si è potuto vedere tanta roba. Parliamo di Alfa 8C; Iso Rivolta Grifo e Lele; Fiat 1500 e 1300 firmate Vignale; E55 AMG familiare; Bugatti EB 110; De Tomaso Mangusta; una Covini C6W a sei ruote; l’unica Mustang ristilizzata da Zagato; 500 firmata Allemanno; un intero stand di sole Subaru e pure tre Bitter CD. Auto di grande livello, logicamente dalla cifra richiesta importante e che non faticano certo a trovare una nuova sistemazione, ma da tempo noi appassionati, per quanto riguarda le vetture più modeste, stiamo registrando un lievitare dei prezzi un pochino fuori di zucca.
UNA PASSIONE SEMPRE PIÙ PER POCHI?
Delle tante berline e utilitarie in vendita a Bologna una grossa fetta non recava il prezzo, segno che anche su di esse si sta applicando la regola della “trattativa riservata” a cui siamo stati sempre abituati solo con Deltoni e Pagodini. Tra le meno timide sono ribalzati esempi come: due Alfasud prima serie, col tranquillo 1.200 cc, piazzate tra i 12.000 e i 15.000 euro; una Uno Turbo D a 9.500 euro; una Ford Consul del 1962 a oltre 15.000; una Golf GTI mk2 a 16.000; una Rav4 a 13.900; un’Alfa 155 1.8 a 13.000; una A122 Abarth 58 cv a 30.000 e una Panda 4×4 Sisley a 20.000. Per non parlare di quella povera Panda Young, decapitata alla buona, venduta come “Panda Cabrio” a 9.000 euro. Fortunatamente, al netto di eventuali sorprese sottoscocca, ci sono state anche delle piacevoli eccezioni, come le Volvo 740 berlina e 960 wagon, entrambe con motore turbo benzina, a cifre tra i 7.000 e i 10.000 euro. Un po’ di humor sul tema della speculazione l’ha portato colui che, insieme alla sua Alfa 75 1.8, ha proposto insieme in omaggio una Ferrari, il tutto alla modica cifra di 90.000 euro.
NON SI DIMENTICA NESSUNO
Auto e Moto d’Epoca non ha voluto lasciare indietro nessuno, e così hanno trovato posto club per quasi tutte le nicchie del collezionismo: Alfasud, Ritmo, le vecchie Mercedes, le americane full size tra cui una Oldsmobile 98 Anni ‘40, le Lada di epoca sovietica, Saab, Zagato e tante altre. Presenti anche alcune vetture con un vip come primo proprietario, come nel caso della Jaguar E Type rosa gonnella di Rita Pavone, della Fiat Dino Spider di Gigi Riva, della Fiat 1900 cabriolet ministeriale dell’Avvocato Agnelli, una Giulia SS appartenuta agli eredi di Nicola Romeo, della Ferrari 275 GTB ex di Clint Eastwood e di una Lancia Aurelia coupè B50 che fu della famiglia Riguzzi, una famiglia molto nota del capoluogo emiliano .
DUE RUOTE IN PIÙ
Auto e Moto d’Epoca, oltre a vetture e relativa ricambistica, ha tenuto fede anche alla seconda parola del suo nome, e così ha riservato ampio spazio alle motociclette e agli scooter. Tanti i gruppi di centauri che hanno preso posto alla fiera, portando anche degli esemplari famosi reduci dalle corse. Se i prezzi vi sono sembrati troppo alti, soprattutto tra le auto, sappiate che la vasta varietà di modellini è stata una grande consolazione.
L’esordio di Auto e Moto d’Epoca in terra Ducatista ha già fato il botto, sia come pubblico, molto numeroso e non solo italiano, che come meraviglie esposte, a quota oltre 7.000. Un successo ben prevedibile e una macchina organizzativa che si è mossa bene hanno riacceso la voglia di guidare per svago, o almeno a sognare di farlo, ricordando che a ragazze e ragazzi piace ancora toccare un volante e farsi trascinare senza una meta precisa.