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Una Ferrari 250 Tour de France del 1957 conquista il premio speciale della “Giuria Popolare” alla Prima edizione del Concorso di Eleganza Città di Trieste 2021
Si è conclusa la prima edizione del Concorso di Eleganza Città di Trieste, ideale prosecuzione del “Concorso di Eleganza Castello di Miramare” ideato da Vittorio Klun, organizzato dall’A.A.V.S – Associazione Amatori Veicoli Storici, Club ACI Storico, l’Automobile Club di Trieste, con il patrocinio della FIVA (Fédération International des Véhicules Anciens), Automobile Club d’Italia, e della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile). Ad A.A.V.S è stato dato l’onere e l’onore di trovare le vetture che esprimessero 70 anni di Design e Storia dell’Automobile dal 1910 al 1979. I turisti ed il pubblico pervenuto a Trieste in questo passato fine settimana hanno avuto modo per due giorni e due notti di visionare e votare per la vettura di loro maggiore gradimento. Le vetture esposte in un cerchio delimitato, con descrizione laterale ad ogni vettura, permettevano con un percorso antiorario, di ricevere un’immagine delineata di quello che è stato il progresso del Design in settant’anni di storia dell’automobile. Ad aprire il percorso una Peugeot 69 Bebè del 1910 con carrozzeria Tonneau/Torpedo. La Peugeot 69 venne costruita in varie serie dal 1905 al 1912 (con motore 4 cilindri). Dopo la carrozza senza cavalli, col motore nascosto, l’automobile cominciava ad avere una sua fisionomia con cofano e motore in evidenza. Chiudeva il percorso una Lancia Stratos del 1973, vettura nata per competere nei rally, in un esemplare di pre serie che ben faceva risaltare lo stile del Maestro Marcello Gandini per Bertone. Ma tra tutte le bellissime vetture presenti, lasciateci presentare anche due vetture che hanno colpito la nostra attenzione. La prima era una Lancia Aprilia Cabriolet del 1938 realizzata dagli Stabilimenti Farina che esalta per eleganza, quella che è stata l’ultima realizzazione di Vincenzo Lancia prima della sua improvvisa dipartita. Ricordiamo la meccanica all’avanguardia di questa vettura con la carrozzeria autoportante, i cilindri a V, le camere di scoppio emisferiche. L’altra piccola cabriolet che ci è piaciuta è stata il prototipo della Siata Amica Cabriolet, carrozzeria Bertone, costruita su base Fiat 500 A, dove la Siata applica la testata a valvole in testa ed aumenta la cilindrata a 580cc.
Ma, tra le splendide auto in concorso, la Ferrari 250 Tour De France del 1957 ha conquistato i favori del pubblico, aggiudicandosi un premio speciale attribuito dagli spettatori triestini. La Ferrari 250 TF è una berlinetta sportiva da competizione, quella esposta era una seconda versione passo lungo, ed è stata realizzata nel 1957 dalla Carrozzeria Scaglietti su disegno di Pininfarina. Fuori concorso una splendida e fedele ricostruzione autorizzata su autotelaio originale Fiat 525S, secondo un figurino attribuito allo Stilista Mario Revelli, datato 1931, che non ebbe all’epoca alcun seguito realizzativo. La giuria, presieduta dal Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, composta da Lorenzo Boscarelli, Presidente dell’Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile, David Giudici, Direttore di Ruoteclassiche, Youngtimer e AutoItaliana, Giorgio Marzolla, memoria storica del collezionismo in Italia e affiancata da una commissione tecnica composta da Dino Cognolato, fra i più famosi restauratori a livello mondiale, e Sergio Schiavon, anch’egli esperto restauratore, ha poi attribuito i premi d’onore ai vincitori delle sette classi di età.
Best in Class anni ’10: la Fiat Zero del 1913, tipo di carrozzeria Torpedo Stabilimenti Farina, ritenuta la prima “utilitaria” FIAT.
Best in Class anni ’20: la Diatto 20S del 1924, carrozzeria sportiveggiante tipo Bateau, molto in voga nel decennio, che ricorda le linee di una barca. Costruita da E.Mouche a Lione.
Best in Class anni ’30: l’Alfa Romeo 6C 2300 Mille Miglia del 1938, carrozzeria Berlinetta Touring. Rappresenta l’evoluzione delle linee della carrozzeria Touring sul nuovo telaio a ruote indipendenti.
Best in Class anni ’40: l’Alfa Romeo 6C 2500 S Cabriolet Pinin Farina del 1945. Pinin Farina nel dopoguerra costruisce le auto aperte dell’Alfa. Questo esemplare è un pezzo unico prima della ripresa postbellica.
Best in Class anni ’50: la Lancia Aurelia B24 del 1955, carrozzeria Pinin Farina, nella sua versione Spider cosiddetta “America” munita di hard-top.
Best in Class anni ’60: la Ferrari 275 GTB 6C del 1965.
Berlinetta, carrozzeria Scaglietti su disegno di Pininfarina. Questo esemplare
è uno dei pochi costruiti in alluminio e munito di 6 carburatori doppio corpo.
Best in Class anni ’70: la Dino 246 GT del 1972. La Dino 246
è l’evoluzione finale della Dino 206 costituita come marca nel 1968. Questa
Berlinetta a due posti è stata una dei capolavori disegnati dal Maestro
Brovarone e realizzata dalla carrozzeria Pininfarina.
L’Alfa Romeo 6C 2300 Mille Miglia del 1938 si è poi aggiudicata anche il Trofeo “Concorso di Eleganza Città di Trieste” come vettura “Best of Show”.