Eventi

Auto e moto d’epoca si conferma leader, anche in tempo di Covid

By  | 

Padova è indiscutibilmente la capitale dell’auto d’epoca in Italia e lo è senza scendere a compromessi.

Come ci si poteva attendere qualche visitatore in meno c’è sicuramente stato ma la qualità di un evento non si misura certo solo dal numero di visitatori. Chi quest’anno è andato a Padova per #autoemotodepoca l’ha fatto per interesse e passione per l’auto d’epoca, per gli eventi che hanno popolato il calendario e per la qualità (indubbia) delle auto esposte e non certo per passare un pomeriggio alternativo. Il grande merito di Auto e moto d’epoca è ancora una volta quello di garantire un’esperienza culturale significativa, senza scendere a compromessi e senza voler riempire a tutti i costi gli spazi ricorrendo talvolta a chiassosi simulatori o venditori di taralli.

Attraversando i padiglioni è subito chiara l’alleanza, forse involontaria ma comunque percepibile, tra espositori, sponsor e organizzazione. Solo per citarne alcuni, Asi e Aci Storico hanno fatto sentire la propria presenza garantendo al visitatore spazi e momenti di approfondimento e confronto sui temi attuali del motorismo d’epoca che non possono e non devono mancare in questo genere di eventi. Non si va in Fiera solo per vedere delle auto (le piattaforme tematiche offrono questo genere di esperienza dal più comodo divano di casa) ma anche per uscirne più consapevoli e più critici, con qualche spunto in più su cui pensare e mettere in discussione certezze e pregiudizi. Tornando alle auto, nella nostra hit parade non poteva mancare la Cisitalia Volorandente, omaggio silenzioso a Aldo Brovarone recentemente scomparso, la strepitosa Isotta Fraschini, la Steyr Puch 500, la De Tomaso Nuova Mangusta, l’Appia Zagato o la Lancia Lambda in condizioni di conservazione davvero emozionanti.

Non possiamo non notare che anche quest’anno Porsche e Ferrari hanno monopolizzato (con l’Alfa Romeo quasi ex aequo) le vetture esposte però se questa era la condizione perché la fiera si facesse non importa assolutamente e la selezione dei costruttori e dei modelli più volta auspicata può essere rimandata a tempi migliori. Anche quest’anno si poteva trovare una 911 dell’anno, del colore e con l’allestimento che si preferiva: il prossimo anno perché non organizzare una bella caccia al tesoro?

Gli espositori  sembrano aver fatto uno sforzo  ulteriore rispetto agli altri anni, hanno portato in fiera esemplari conservati o restaurati ma sempre di qualità molto elevata quasi a rivolgersi a un mercato sedimentato e maturo che non si abbandona più a colpi di testa o a vetture irrecuperabili. L’auto d’epoca che non conosce crisi si conferma quella che si trova in condizioni di conservazione (quindi non restaurata) eccezionali sotto il profilo dell’autenticità e corrispondenza alle specifiche di fabbrica oppure quelle restaurate in maniera scientifica, dove lo studio e la ricerca emergono dalle scelte effettuate. Poi ci sono quei cartelli un po’ contraddittori, del tipo “conservata originale e restaurata”, che tradiscono forse una schizofrenia dialettica più che un intento mistificatorio. La consapevolezza dei potenziali acquirenti ha raggiunto ormai un livello in cui non basta più decantare i pochi chilometri o la solita proprietaria anziana per spuntare qualche euro in più: ormai tutti vanno a cercare conferme negli elementi tradizionalmente soggetti a usura e non solo. Ci è capitato perfino di sentire, “certo che la signora aveva il piede pesante, ha consumato il pedale del gas!”.

Il prossimo anno perché non organizzare una bella caccia al tesoro?

Ad ogni modo, il tonfo tanto atteso del mercato non c’è stato, perché si è semplicemente reindirizzato. I restauri importanti, complici certi ricambisti e restauratori esosi, sono oggi evitati molto di più che in passato a meno che – sempre più raro però – non si rimanga vittime di una sindrome di Stoccolma (ovviamente vintage) che debba portare il malcapitato a sfidare l’apocalisse finanziaria pur di salvare quel caso disperato che si è portato in garage. Le automobili belle, nel senso di conservate o restaurate scientificamente, non sembrano cedere terreno e mantengono e in alcuni casi aumentano il valore di mercato. Auto e moto d’epoca si è confermata un evento in cui poter vivere una gamma di esperienze davvero unica, anche in tempo di Covid, potendo anche contare su una panchina silenziosa in cui potersi raccogliere e meditare un piccolo o grande passo.

Avatar

Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!