L'editto-riale
Le storiche potranno riavere le targhe di prima immatricolazione?
Da qualche giorno il mondo delle auto storiche è in fermento, finalmente si potrà (re)immatricolare il proprio veicolo storico con le targhe (italiane) di prima immatricolazione. O meglio, forse.
L’ ordine del giorno n. 9/02648/040 firmato dall’On. Capitanio il 9 settembre 2020 parte da una considerazione che tutti sanno, che tutti ripetono e che forse è arrivata all’orecchio del Legislatore: il mondo delle auto storiche muove un giro d’affari annuo di oltre 2 miliardi di euro. Si tratta quindi di un segmento del mondo produttivo italiano che anche in periodo di crisi sembra non risentirne, la passione d’altra parte è costituita dalla parte più irrazionale del nostro essere e pertanto mal si addomestica e non vuole privarsi delle gioie a quattro ruote.
Sulla base di questo presupposto ovverosia che
“si stima possano essere non meno di 5000 le richieste di targhe originali avanzate annualmente alla Motorizzazione civile; la possibilità di richiedere, dietro contributo, l’utilizzo delle targhe storiche, potrebbe comportare delle nuove entrate erariali per le casse dello Stato” quest’ultimo si è accorto che oltre a balzelli e gabelle già esistenti, c’è un potenziale nuovo filone di entrate possibili per le sue casse rappresentato proprio dal miraggio delle “targhe originali”
le targhe originali sono infatti motivo di orgoglio per qualsiasi appassionato nonché una componente (a volte piuttosto) significativa del prezzo di una vettura; le targhe originali parlano del veicolo e indicano per esempio che non ha subito trasferimenti di provincia negli anni in cui questi determinavano l’obbligo di (re)immatricolazione. Ma tra tutti i balzelli a cui siamo abituati questo è forse quello più gradito anche se avrà come effetto (tutto italiano peraltro) quello di sterilizzare il premium price richiesto per le vetture con targhe originali atteso che, qualora si dovesse dare seguito all’odg Capitanio, chiunque potrà ottenere le targhe di prima immatricolazione e sostituirle a quelle più recenti di cui è dotata la vettura. L’OdG a dire il vero, impegna il Governo su due fronti:
- ad apportare puntuali modifiche al Codice della Strada che consentano al privato cittadino l’immatricolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico con l’utilizzo della targa della prima iscrizione al P.R.A.,
- in subordine, ad apportare puntuali modifiche al Codice della Strada che consentano al privato cittadino di ottenere una targa nel formato e nella grafica del periodo storico di costruzione o circolazione del veicolo.
Pertanto la soluzione prospettata e che il Governo dovrà eventualmente fare propria, riguarda alternativamente le due possibilità. La prima è quella del recupero della targa di prima immatricolazione, la seconda (di cui non si parla ma è altrettanto attuale) riguarda il solo formato della targa, quello coerente con il periodo storico di prima immatricolazione e non il numero di targa di prima immatricolazione. In quest’ultimo caso, con buona pace del business del riproduttori di targhe che si troverebbero buttati fuori dal mercato in quanto le targhe emesse dal Poligrafico legittimerebbero ovviamente la circolazione sulla pubblica al contrario delle “quadrotte” fatte in fiera.
E’ però più che mai necessario attendere l’esito di questo OdG la cui concreta applicazione determinerà non poche novità nel mondo dell’auto d’epoca, accontentando noi e anche le nostre auto che non saranno più irrimediabilmente costrette a portare in giro quelle targhe bianche, orribili e cangianti, che spesso nemmeno stanno tra i fanali!