Viaggi
Una Lancia Delta 1500 in tour sul Lago di Garda per festeggiare i suoi 40 anni
Nel 2019 si sono tenuti i festeggiamenti per i 40 anni dal lancio sul mercato della Lancia Delta, la vettura nata dalla matita di Giorgetto Giugiaro e che avrebbe potuto diventare la “Golf” italiana. Il Cav. Giorgetto Giugiaro invitato a Brescia, dalla Franzoni Auto Divisione Classic ebbe anche modo, dopo 40 anni di mettersi al volante della nostra 1500 prima serie che era stata immatricolata il 14 agosto del 1980.
In realtà, quindi per questa 1500, rosso corsa, prima serie, i 40 anni scattano quest’anno ed allora abbiamo voluto festeggiare l’evento, riportandola sul Lago di Garda, luogo dove molte sue presenze si sono tenute in questi 40 anni. Al fine di non trovare traffico abbiamo intrapreso questo tour in infrasettimanale e, visto il risultato è assolutamente consigliato, specie con le storiche. Si è partiti da Gardone Riviera, dal piazzale del Vittoriale degli Italiani, luogo che ci porta al Vate Gabriele d’Annunzio, colui che ha definito che l’automobile è femmina.
Scesi, sul Lungo Lago D’Annunzio, abbiamo avuto modo di “leggere” a fianco del Vate, ovviamente con i moderni mezzi telefonici e le mascherine anti Covid moderne.
Abbiamo quindi costeggiato il Lago per una sosta a Bogliaco, per poi puntare su Toscolano Maderno, dove abbiamo apprezzato il viale, allestito nel tempo, con camminamento pedonale e pista ciclabile.
Dopo il lunch, siamo arrivati alla Terrazza di Tignale, dove il Bar “Panorama Al Fil”, rinnovato da un anno, ci ha dato l’occasione di prendere un caffè e poi rimirare il Lago di Garda, con vista fino a Desenzano.
Come base di appoggio, abbiamo trovato una soluzione in mezza pensione all’hotel Residence “La Rotonda”, facente parte del gruppo Marzadri Hotel.
Parcheggio agevole, personale cordiale, e balconcino con vista Lago.
Da notare che i turisti stranieri sono tornati in Italia. In tutto l’Hotel la nostra era l’unica vettura italiana, non solo come nazionalità di immatricolazione, ma anche come modello!
La cena si è tenuta nell’omonima Pizzeria – Ristorante, con un menù a scelta, dove vi consigliamo però di tenere ben in considerazione le proposte extra che vi vengono fatte. La sera, una lieve pioggerellina da giardiniere ha messo subito alla prova la cera carnauba messa sulla nostra Delta. La mattina dopo la colazione, che purtroppo, causa covid, non è più a buffet, ma, da un ampio elenco, si ordina tutto quello che si vuole, siamo partiti per la seconda tappa: Il Santuario di Montecastello. Il perché di questa seconda tappa è racchiuso in un aneddoto di appunto 40 anni fa. Saliti allora con la Delta, fino al piazzale del santuario, su una strada che allora era ancora più stretta di oggi e sempre ripida, dal Santuario eravamo subito saliti alla Croce che domina sulla valle. Arrivati in cima, sentimmo suonare l’antifurto della Delta e ripercorremmo la discesa in maniera trafelata a rischio di caduta, per poi verificare che probabilmente era il pendolino del dispositivo di controllo anti-movimento dell’antifurto che era da regolare, in quanto troppo sensibile.
Questa volta, abbiamo lasciato la vettura nel parcheggio sulla strada tra Olzano e Prabione, vicino al capitello della via Crucis. Sicuramente salita che vale la pena di fare al mattino, ove alcuni punti di ombra danno ristoro. Siamo anche riusciti a vedere con calma il Santuario detto anche della Madonna della Stella, dal momento che si racconta che nel 1200 l’apparizione di una stella mise fine ad una cruenta battaglia fra trentini e bresciani.
Successivamente si verificò una nuova apparizione della Madonna sotto forma di stella. Tra le opere importanti un affresco del XIV secolo attribuito alla scuola di Giotto, che raffigura la Madonna e Gesù.
La pulizia del luogo, canti gregoriani in sottofondo, danno un senso di pace. Anche i servizi igienici che molto spesso sono il punto deb ole in Italia, quando si fa turismo, sono in questo caso all’altezza delle aspettative. Siamo quindi nuovamente saliti alla Croce di Montecastello, lungo un percorso, non sempre ben indicato dove rispetto a 40 anni fa, dei display ci raccontano delle peripezie della Prima guerra mondiale e della fatica e sacrificio di tante persone.
Dall’alto siamo riusciti anche a tenere sotto controllo la nostra Delta, che oggi se ci venisse rubata, non sarebbe tanto il dispiacere per il valore economico, ma per la storia che ha avuto per noi, e sarebbe un danno immenso.
E’ stato aperto (40 anni fa non vi era) anche un piccolo bar con tavolini esterni (senza servizio al tavolo) dove è comunque possibile mangiare un panino caldo, prendere un caffè e quindi si può passare una bella mattinata con pausa pranzo, prima di scendere.
Al ritorno alla vettura, abbiamo trovato a fianco una nuova Giulia di provenienza estera, sempre rossa, che dà l’idea delle dimensioni corpulente che hanno assunto le autovetture di oggi. A questo punto, sebbene la Delta, non fosse fresca e del resto, 40 anni fa, pensare di ordinarla con l’aria condizionata significava attenderla mesi e sborsare un 25% in più del costo dell’auto, abbiamo pensato di scendere verso il Lago per puntare a Limone dove l’anno scorso è stata aperta una bella passeggiata pedonale o ciclabile a precipizio vista lago.
Il giorno infrasettimanale ci ha concesso di trovare un posto nel piccolo parcheggio da dove parte il percorso pedonale, che al principio costeggia la strada e poi entra costeggiando la roccia. Purtroppo, o per fortuna, è scesa quella foschia estiva che non consentiva più di vedere i migliori panorami, ma almeno ha alleviato l’effetto del sole, perché è da dire, tutta la passeggiata è al sole pieno. Bella, ma tenetene conto.
Molti gli amanti del surf e similari, in quanto tra Campione e Riva le correnti d’aria sul Lago sono tanta manna per gli amanti di questo sport. A questo punto diamo anche un giudizio tecnico su questa Lancia Delta 1500. La vettura non è ancora arrivata alla soglia dei 100.000 km (98500). La frizione è stata rifatta diecimila km fa. Le dimensioni, oggi come oggi compatte, la profilatura dei sedili, le finiture di questa vettura, il cruscotto, che rammentiamo veniva realizzato in un unico pezzo, la disposizione dei comandi con la tastiera centrale per quelli secondari e l’orologio digitale sopra lo specchietto retrovisore centrale, danno ancora a questa vettura una chiave di lettura moderna. Sebbene senza servosterzo la vettura si guida con disinvoltura e la trazione anteriore imprime un senso di sicurezza e di tenuta di strada. Forse solo i freni, che nell’uso in montagna sarebbero stati preferibili tutti e quattro a disco, fanno comunque il loro onesto servizio. La Delta 1500 con i suoi 85 Cv si arrampica bene in montagna e non scalda come si potrebbe temere, dopo 40 anni. Il bagagliaio non è grandissimo ma per due fidanzatini, sposini è ottimo. In merito ai consumi, chiaramente l’uso in montagna, comporta un impegno maggiore per il motore. Comunque, non siamo scesi sotto i 10 km/l che per una storica è un consumo più che accettabile.
Per il terzo cruising, dopo colazione siamo partiti per Tremosine, dove ci avevano segnalato che era aperta, quindi visitabile, una chiesina che normalmente è chiusa, la chiesa del Santissimo Sacramento di Villa di Vesio di Tremosine, nota per essere un punto di incontro nei secoli passati in caso di carestie, pestilenze ed oggi potrebbe essere da ricordare per il covid-19.
Ottima la Gelateria di Tremosine prima di riprendere il ritorno.
E’ venerdì e quindi è ora di rientrare. Lasciamo agli altri di fare le code per uscire dalla città e noi invece ci ritroviamo in senso contrario a superare le tappe critiche dei semafori e rotonde da Gardone Riviera, senza problemi. La Delta si è sgranchita le ruote e sospensioni in questo tour in sali scendi, ma credo che se la sia goduta anche lei, come 40 anni fa. Come diceva Pablo Picasso: “I quarant‘anni sono quell’età in cui ci si sente finalmente giovani. Ma è troppo tardi”. La Delta 1500 ha dimostrato di essere ancora un’auto giovane che ha meritatamente visto il premio “Auto dell’anno 1980”. Tanti auguri Delta. Speriamo tu possa rimanere con noi in efficienza ancora per tanti anni.