Auto
Provaci ancora, Milton! La Sextoauto (1912)
“QUANDO QUATTRO NON BASTANO…” (PARTE 4)
Dopo avervi parlato della Pullman Six Wheeler del 1903, possiamo proseguire con la storia di Milton Reeves. La Octoauto non stava riscuotendo il successo desiderato: attirava le attenzioni dei curiosi ma non quella dell’acquirente finale. Reeves cercò in tutti i modi di far conoscere la sua vettura: presenziò ai principali eventi automobilistici del 1911 e addirittura si recò alla 500 Miglia di Indianapolis alla guida di essa sperando di trovare qualche facoltoso cliente sportivo.
Fallito anche questo estremo tentativo pubblicitario, Reeves non si scoraggiò: rientrò a Columbus e iniziò a rielaborare il suo progetto per renderlo più economico sia dal punto di vista produttivo che commerciale.
Sostanzialmente rimosse dalla Overland Octoauto uno dei due assi anteriori, mantenendone due posteriori e la rinominò la vettura con il nome di Sextoauto.
Di certo, al giorno d’oggi, solo il nome sarebbe una trovata commerciale accattivante: “ehi, ti passo a prendere con la mia Sextoauto nuova…”. Un nome che dice tutto.
Al prototipo, basato ancora sulla vecchia Overland, seguì un secondo modello, quello che doveva risultare definitivo. L’auto di base era una Stutz, di cui ancora oggi non si conosce precisamente il modello.
L’ormai obsoleta Octoauto aveva un prezzo di circa 3200,00 $, una cifra che come abbiamo già sottolineato in precedenza aveva scoraggiato da subito gli interessati.
Sebbene la Stutz fosse un’automobile popolare, il prezzo della nuova Sextoauto lievitò a 4500,00 $. Il programma di abbattimento dei costi di Milton Reeves si rivelò un insuccesso.
Le pubblicità della Sextoauto contenevano le foto sia del modello prototipo che di serie e citavano:
“Sextoauto, la sorella della Octoauto. Costruita con i principi di un’auto Pullman Place e si guida come tale”.
Visto l’insuccesso della Octoauto forse non fu la cosa migliore citare tale modello in un claim pubblicitario.
Della Sextoauto “seconda serie” si presume che ne sia stato prodotto un unico modello. Sebbene questo si rivelò un altro insuccesso automobilistico, Milton Reeves fu l’inventore di quello che sarà il sistema sterzante applicato a diversi automezzi pesanti del futuro.
La Stutz Sextoauto fu l’ultima auto “prodotta” dalla ditta dei fratelli Reeves, i quali si concentrarono sullo sviluppo di motori e trattori a trazione a vapore da utilizzare nell’industria e nell’agricoltura. Tali prodotti ebbero un buon successo, in quanto innovativi e di buona qualità. Non venivano di certo venduti a buon mercato, ma a differenza delle Octo-Sextoauto, gli acquirenti erano disposti a sborsare cifre extra per aggiudicarseli.
I due fratelli Reeves morirono a soli sei mesi di distanza, Marshall nel dicembre 1923 e Milton nel maggio 1924. La loro società venne venduta nel 1918 alla Cummings Machine Company di Minster (Ohio) mentre il fatturato viaggiava su una cifra di circa due milioni di dollari.
Entrambi i fratelli Reeves verranno ricordati come uomini industriosi e inventivi che trasformarono la loro attività di piccola bottega da fabbro a grande industria che garantiva lavoro a oltre un migliaio di persone.
Nonostante il clamoroso flop commerciale dei modelli di cui vi abbiamo parlato fino ad ora, negli anni a seguire nasceranno altri progetti, fortunatamente non tutti deludenti.
QUANDO QUATTRO NON BASTANO
Prima Parte – Introduzione
Seconda Parte – Milton Reeves Octoauto (1911)
Terza Parte – Pullman Six Wheller (1903)
Quarta Parte – Milton Reeves Sextoauto (1912)
Quinta Parte – Lorraine-Dietrich (1908)