Garage VdS
Iso Rivolta Fidia, auguri!
Nel 1967 quando Piero Rivolta intuisce la presenza di uno spazio di mercato per le berline ad alte prestazioni incarica Giorgetto Giugiaro, da poco arrivato alla Ghia, di dare compiuta forma alla propria idea di berlina che incarnasse la filosofia della casa di Bresso. Per il giovane Giugiaro l’incarico non doveva risultare particolarmente difficile, un paio d’anni prima, questa volta per la Bertone, consegna alla storia del design dell’automobile la Grifo, coupè due posti sul telaio accorciato della GT 300/340, che improvvisamente mette alla porta gli stilemi e le linee delle GT allora conosciute. Con la Grifo si inaugura infatti la stagione delle muscle car all’italiana, epoca aurea del design e dell’ingegno italiano applicato all’automobile.
Giugiaro declina la linea della Grifo nelle forme di una berlina a tre volumi, l’idea di velocità, potenza, eleganza trovano una sintesi evocativa nelle proporzioni della nuova nata di casa Iso dapprima denominata S4 (quattro sportelli) poi Fidia in omaggio alla presenza scenica della vettura e in concomitanza con l’internalizzazione del processo produttivo. In totale verranno realizzate 192 esemplari, la Iso più rara di sempre.
L’esemplare oggetto della prova viene acquistata nuova non a caso dalla Società Editrice Sportiva Spa, editore del quotidiano sportivo Tuttosport. La nostra Fidia, telaio n.48, lascia la catena di montaggio alla Iso Rivolta di Bresso nel mese di ottobre del 1968 esattamente come la vediamo oggi, fuori Grigio Indianapolis, pelle degli interni color senape, cerchi in lega leggera con gallettoni, aria condizionata, motore V8 Chevrolet di 5400 cc con 300cv e cambio manuale a 4 rapporti ravvicinati. Nella Fidia, l’assenza di fruscii e i generosi rivestimenti in Connolly in ogni più remoto angolo della vettura ovattano l’esperienza di guida. Il motore a regimi di crociera è quasi impercettibile, a 2000 giri si fanno i 100, cionondimeno è sempre pronto a togliersi l’abito da sera e a scatenarsi alla minima richiesta. Nel 1973 l’ultimo viaggio è alla Scala di Milano, il sipario sarebbe calato anche per lei.
Le finiture interne sono da automobile top di gamma e si respira l’esecuzione a mano di ogni dettaglio: nella Fidia i pellami Connolly forniti dalla Franzi di Milano sono ancora oggi ambasciatori della più ammaliante bellezza Made in Italy. La signora Lele Rivolta era solita scegliere personalmente i colori dei pellami da abbinare alle tinte della carrozzeria. È probabile che anche per la n.48 ci sia stato il suo tocco.
Quest’anno si celebra il 50° dalla presentazione della S4/Fidia: cinque decenni sono passati su queste linee, accarezzandole e guardandole con inaspettata benevolenza a giudicare dall’attualità che ancora oggi conservano. È possibile affermare che Giugiaro disegnando la Fidia, ispirandosi all’idea e la visione di automobile a quattro porte propria di Piero Rivolta, anticipi il concetto dei four-door coupe concependo un’automobile che non è mai appartenuta al suo tempo ma a quello ben più esclusivo del timeless design.
La Fidia sembra disegnata per non invecchiare mai, per continuare a raccontare a tutti gli anni meravigliosi in cui in Italia, in un piccolo paese dell’hinterland milanese un imprenditore ha l’ambizione di fare qualcosa di talmente nuovo e d’avanguardia che ancora oggi non è stato compiutamente compreso. Nella Fidia nulla e’ a caso, tutto trova una sua posizione, è il sedimentato di un riflessione che tende alla perfezione dell’opera d’arte espressione non del suo tempo ma dell’universalità della Bellezza.
Luca Spinelli
11 Aprile, 2017 at 12:45
Questo si che è un contenuto di valore! 🙂
Manuel Bordini
11 Aprile, 2017 at 12:48
Grazie Luca per il supporto!