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ALPINA BMW 2002 TI – Il servizio ritrovato
Per il nuovo anno si fa sempre un elenco dei propri buoni propositi, noi vogliamo iniziare con il piede giusto. I lettori più fedeli tra voi sapranno che le varie vicende del 2015 ci hanno portato ad alcuni cambiamenti nello staff, cui sono conseguiti ritardi e sospensioni di alcune iniziative. Il proposito nella seconda parte dell’anno è stato di finire tutto ciò che era nell’aria, incompleto. Tuttavia, come spesso accade, non sempre si può fare tutto ciò che si desidera: questo è il caso del servizio che state per leggere. Apriamo il 2o16 finendo i to-do del 2015….è già qualcosa!
Il servizio fotografico che vi presentiamo oggi vede protagonista una splendida Alpina BMW 2002 e questo grazie alla disponibilità di due veri amanti dei motori. Il proprietario e l’amico Mauro ci svelano nel corso della giornata alcuni dettagli sulla loro passione, che li ha portati dal possedere auto storiche a fondare una piccola scuderia chiamata Canneto Racing, progetto che per mancanza di tempo e di sponsor è stato in parte accantonato nel corso degli ultimi anni, ma di certo questo non ha fermato la loro passione per le auto.
La Alpina BMW 2002 ha l’aspetto e la sostanza di un vero bolide, il rombo, l’assetto ed il colore acceso ne aumentano il fascino da reginetta del liceo che la sera trovi allo strip club. Nel contempo, subito ci colpisce gestione dei problemi relativi all’auto. Quando infatti stanno tirando fuori l’auto dal garage, qualcosa sembra non funzionare, il motore non ‘suona bene’. Come ogni bellezza, pretende attenzione: ci piace!
E’ stato così che mentre il nostro fotografo cercava nelle circostanze i posti migliori dove poter scattare, facciamo caso ad una scena rara. Tanti infatti sono appassionati di auto d’epoca, alcuni ne possiedono anche di molto prestigiose, ma loro aprono il cofano e ‘ci mettono le mani’, senza assistenza. Provvedono alla riparazione e lo fanno con una naturalezza che non passa inosservata, frutto non solo di esperienza, ma anche di una filosofia di vita.
In particolare, con Mauro scambiamo alcune opinioni su come il motorismo sia cambiato negli ultimi anni e in particolar modo i più giovani considerino l’auto sempre di più un elettrodomestico che si accende, si usa e si mette da parte senza capirne davvero cosa sta dietro al funzionamento.
Mondo molto diverso da quello dell’inizio degli anni ’60, quando tutti i ragazzi impazzivano per il rombo e la velocità, il gusto del viaggio e del proibito che i motori potevano regalare. Senza nascondere che anche per far colpo sul gentil sesso dava, è il caso di dirlo, una marcia in più. Bastava una marmitta Abarth ed eri subito il James Dean (o Steve Mc Queen) della compagnia, figlio di un marketing dove l’auto che vendeva il lunedì era quella che vinceva la domenica.
L’Alpina è nata proprio così e se le cose fossero andate diversamente potremmo essere qui a decantare le lodi della ALPINA Fiat 125S. L’esempio non è, infatti, casuale dato che Burkard Bovensiepen – il fondatore – iniziò la sua carriera elaborando la propria Fiat 1500 (vettura di segmento medio alto della Casa torinese), facendole guadagnare una decina di cavalli oltre ai 67 della versione di serie cambiando carburatore, albero a camme e scarico. L’incremento era notevole se si pensa alla tipologia di motore e, infatti, alla lunga non resse. La conseguente insoddisfazione verso il prodotto italiano lo guidò verso la BMW 1500 (la proposta più moderna del periodo ndr.) e cambiò per sempre il corso della storia del preparatore. Aneddoto che ci ricorda molto la leggenda della nascita della Lamborghini Automobili. La sede della sua officina, a Buchloe, vicina a Monaco rende poi tutto più sensato.
Preparò la BMW 1500 con un kit a doppio carburatore, lodato da stampa e Casa madre: è l’inizio del mito. Nel 1963 venne presentata la 1800 e poi, con in mente le gare, la 1800 ti che, forte di un aumento di ben 30 cv, seguì la dottrina del doppio carburatore. Così la clientela della 1800 base andò a Buchloe per colmare il gap… Nel 1965 naque ufficialmente Alpina e l’anno dopo BMW presentò la base perfetta su cui lavorare: la leggendaria serie 02. Al top, la 2002 tii di Alpina, con 165 cv, fù più competitiva della 2002 turbo ufficiale (più delicata). In una prova a Vallelunga diede un secondo alla più corpulenta Miura e ben 5 alla 911!
Via via la produzione passerà da singole preparazioni a piccole serie, seguendo l’evoluzione della gamma della casa dell’elica. La prima è la B6 basata sulla 323i E21, motorizzata con il 2,8 della 528i E12 preparato, con radicali modiche alla trasmissione, telaistiche e leggere variazioni estetiche. Le succederà la B6 E30 con il 3,5 della 635 Csi e poi la B8, su base E36, con un proprio 8 cilindri. Il catalogo Alpina dagli anni 70 ha sempre compreso veloci coupè, berlinone autostradali, lussuose supercar per quelli che non trovavano abbastanza super quelle by BMW. Tuttora resta l’elaboratore ufficiale del marchio del doppio rene, da cui distingue per i colori bianco-rosso-azzurro e dal contenuto del tondo: un doppio carburatore e un albero stilizzati. Una produzione esclusiva che non supera i 700 veicoli all’anno.
Nel nostro caso si tratta di un’esemplare svuotato e molto preparato post restyling di inizio anni 70, con mascherina nera. Per confrontarla con una prima serie vi segnaliamo questo sito, in inglese, con foto eccezionali.
Le prestazioni della berlina fiammeggiante vengono messe in risalto anche dalla maestria con cui la guida il proprietario che, una volta calda, la fa scodare per muoverla da un set all’altro. Il modo in cui si schiarisce la voce si sente da lontano…
Eco di un’epoca in cui la priorità non era l’infotainment o la compatibilità con iOS…e non era necessario avere un sistema HiFi dedicato a riprodurre la sonorità di scarico preferita.