L'editto-riale
Bollo auto storiche: a che punto siamo?
Aprile è oramai inoltrato, la Legge di Stabilità 2015 è entrata in vigore da un pezzo, eppure la “questione bollo auto” per i veicoli di età compresa tra i 20 e i 29 anni è da considerarsi tutto tranne che chiarita. Anzi, la polemica nata intorno a questa fumosa faccenda è più accesa che mai.
Il RIVS (Registro Italiano Veicoli Storici) ha rilasciato un recente comunicato con il quale cerca di fare un po’ il punto della situazione.
La notizia più curiosa che appare nel comunicato è che il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, in data 1 aprile 2015, ha emanato la Risoluzione 4/DF nella quale ribadisce nuovamente l’opinione dello Stato Centrale, secondo la quale le regioni non possono legiferare in materia di tassa automobilistica e che quindi devono tutte indistintamente adattarsi a quanto stabilito dalla Legge di stabilità.
Pesce d’aprile? Mah…
Va da sé che vuoi per la scarsa condivisione dell’iniziativa del Governo, vuoi per la data della risoluzione (veramente da pesce d’aprile!), l’opinione del Ministero ha riscosso davvero poca eco finora sui mass-media e ancora meno seguito tra le fila degli addetti ai lavori nelle Regioni.
A questo punto, parafrasando il grande Antonio Lubrano, la domanda sorge spontanea:
“Ma le Regioni possono o non possono legiferare in materia di esenzione del bollo?”
La risposta, come tradizione nel nostro Bel Paese, non esiste o meglio esiste ma non è chiara e soprattutto non è univoca. Infatti da un lato ci sono alcune pronunce della Corte Costituzionale che sembrerebbero dar ragione al Governo; dall’altro lato c’è la legge 42/2009 sul federalismo fiscale, che conferisce alle Regioni il potere di “modificare le aliquote e disporre esenzioni, detrazioni e deduzioni nei limiti e secondo i criteri fissati dalla legislazione statale”.
Un’altra domanda sorge di nuovo spontanea:
“Che cosa si intende per criteri fissati dalla legislazione statale?”
Questa è la stessa identica domanda che si stanno ponendo le Regioni diciamo così “ribelli” nel tentativo di reintrodurre le agevolazioni. Le risposte a questa domanda purtroppo variano a seconda delle interpretazioni.
L’unica cosa in cui si può sperare è un’eventuale impugnativa da parte del Governo e la conseguente pronuncia della Consulta sul tema.
Terza ed ultima domanda “spontanea”:
“Quindi nell’attesa cosa si può fare, come ci si può e deve comportare?”
Le disposizioni regionali sono perfettamente vigenti e valide e tali rimarranno almeno fino a quando lo Stato Centrale non deciderà di impugnarle (sempre se deciderà di farlo). Vista la confusione generale in cui sguazzano anche quegli Enti da cui dovrebbero proprio pervenire delle risposte precise e definitive, il migliore dei consigli è quello di usufruire, qualora e dove sia possibile, delle agevolazioni in attesa che lo Stato e le Regioni concludano una diatriba che, stando agli ultimi aggiornamenti poc’anzi descritti, è ancora lungi dall’essere alle battute conclusive, anzi siamo nella piena fase in cui l’uno cerca di fare la voce più grossa dell’altro senza produrre nulla di veramente concreto.
Nel mezzo dei due litiganti, come tra l’incudine e il martello, naturalmente a farne le spese, ci siamo noi appassionati.
Come andrà a finire la storia? L’appuntamento è al prossimo episodio della telenovella…
Leggi il comunicato qui.