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Il Rally di Montecarlo è speciale perchè…
Ci sono rally e rally, ma probabilmente il più affascinante di tutti è il Rally di Monte Carlo! Il “Rallye Monte-Carlo” così come vuole scritto dalla tradizione, non è un semplice rally ma un sapiente mix di ingredienti che, oltre alla velocità pura e alla tecnica di guida sopraffina che contraddistinguono tutti i rally, contempla anche fascino, storia e caratteristiche tipiche proprio di questa corsa. Un esempio? Targhe e numeri di gara! Si, perché diversamente dal solito, le vetture da rally che gareggiano nel territorio monegasco non hanno nella parte posteriore la targa perchè non sono conformi al codice della strada francese e per questo sfoggiano al suo posto un adesivo con il numero di gara.
L’affascinante competizione automobilistica che si snoda tra le incantevoli ma insidiose stradine monegasche e quelle del sud est francese ha una tradizione ultracentenaria: difatti il “Rallye Monte-Carlo” fu fortemente voluto dal Principe Alberto I di Monaco e la sua prima edizione fu disputata nel lontano 1911. Ad eccezione degli anni a cavallo dei due conflitti mondiali (1913-1923 e 1940-1948) il Rally di Montecarlo si è sempre disputato ed è entrato a far parte del mondiale rally a partire dal 1973: anzi proprio da quest’anno la competizione monegasca è diventata la gara inaugurale del campionato del mondo che da allora viene disputata nel mese di gennaio.
E proprio qui entra in gioco una delle caratteristiche tipiche di questo rally: il fatto di essere disputato a gennaio aumenta in modo considerevole la possibilità di correre con condizioni atmosferiche avverse. Questa caratteristica altamente aleatoria ha contribuito a rendere la corsa una vera e propria roulette intesa nel più classico dei significati legati alla tradizione monegasca! Le prove speciali che si succedono velocemente, proprio in virtù delle instabili condizioni climatiche che cambiano facilmente da un momento all’altro, il più delle volte lasciano spazio a veri e propri salti nel buio nella configurazione dell’assetto e nella scelta delle gomme più adatte: ecco perché, altra curiosità di questo rally, le squadre possono utilizzare gomme disponibili in quattro diverse mescole studiate esclusivamente per questa competizione.
Ma c’è anche un’altra caratteristica legata al Rallye Monte-Carlo che ha contribuito ad aumentare lo spettacolo ma soprattutto la difficoltà: fino a qualche anno fa alcune tappe si correvano di notte e la tappa notturna che è entrata nel cuore degli appassionati e che è stata teatro di sfide all’ultimo secondo è stata quella del “Col de Turini”, una stretta strada ricca di tornanti spesso affrontata con temperature polari, ghiaccio e tanta oscurità. La tappa in notturna è stata soprannominata anche la “notte dei coltelli” a causa dei forti fasci di luce emessi dalle vetture in passaggio nel cuore della notte che irrompevano nel buio più totale.
Le condizioni atmosferiche avverse, il manto stradale imprevedibile e il buio della notte hanno fatto da sfondo alle gesta dei piloti che hanno sempre affrontato il Rally di Montecarlo a velocità folli, sfiorando muretti e rasentando alberi con la precisione di un cardiochirurgo, il fiato in gola e la lotta perenne tra la razionalità del piede sinistro e l’irrazionalità del piede destro accompagnati dal pensiero fisso che “se senti l’auto perfettamente sotto controllo, significa che non stai andando abbastanza forte” (Colin McRae).
Fin dalla sua prima edizione il Rallye Monte-Carlo è stato un formidabile banco di prova e un’autentica vetrina per auto che poi hanno fatto la storia: le Mini Cooper degli anni ’60 che vinse contro mostri sacri come le Porsche 911, oppure le Lancia Fulvia e Stratos del “drago” Sandro Munari che negli anni settanta fu il re incontrastato di Monaco, l’Audi Quattro, capostipite della lunga tradizione Audi nello sviluppo della trazione integrale, guidata dal grande Walter Rohrl.
E ancora le pericolosissime “Gruppo B” da 600 cv degli anni ’80 come le Lancia Delta S4, le Peugeot 205 T16 o la MG Metro 6R4, le regine degli anni ’90 come le Lancia Delta HF integrale, le Toyota Celica e le Ford Escort RS Cosworth e degli anni 2000 come le Subaru Impreza, le Mitsubishi Lancer Evo o le Citroen Xsara WRC.
Il rally di Montecarlo oltre a vetture incredibili ci ha anche regalato piloti eccezionali come Sebastian Loeb, l’unico a centrare la vittoria in ben sette occasioni e che quest’anno – udite udite – ha dichiarato, anche se si è ritirato dai rally, di voler partecipare ancora una volta all’83ma edizione del rally più affascinante del mondo per divertirsi e, perché no, vincere per l’ottava volta: “Non ho esitato neanche un secondo ad accettare di correre al Rally di Montecarlo 2015 con una Citroen DS3 WRC. Penso che il Monte-Carlo sia uno dei rally più belli con strade fantastiche e l’incertezza dettata dalle avverse condizioni meteo che incidono tantissimo sulla scelta dell’assetto e delle gomme. Non vedo l’ora di partecipare!”
L’83ma edizione del Rallye Monte-Carlo che si correrà dal 19 al 25 gennaio 2015, sarà caratterizzata da una grossa novità: un percorso quasi del tutto nuovo con oltre il 75% delle modifiche rispetto a quello dell’anno scorso e che già è stato preannunciato come il più difficile della storia. Dopo lo Shakedown in cui i piloti proveranno le proprie vetture testando alcune configurazioni di assetto che useranno in gara, ci sarà la partenza ufficiale dalla famosissima “Place du Casino”: quest’anno sarà un vero e proprio inizio della competizione a differenza dell’anno scorso in cui era soltanto un cerimoniale.
Il già citato Col de Turini verrà affrontato invece l’ultimo giorno di gara su una versione allungata che prevederà un tratto stradale di circa 42 km suddiviso in due sezioni: Le Col Saint-Jean – Saint Laurent di 10,5 km e La Bollene Vesubie – Sospel di 31,66 km. Come da tradizione il Rally di Montecarlo 2015 si concluderà con la cerimonia di premiazione che si terrà sulla piazza antistante il Palazzo dei Principi. Appuntamento dunque nel Principato di Monaco per vivere dal vivo la magia del rally più affascinante del mondo!
Sono nato ad Isernia nel 1979 e mi sono laureato in Scienze Politiche nel 2004. Fin da piccolo appassionatissimo di automobili, ho sempre lavorato nel settore automotive. Amo le auto classiche: quelle che mi fanno battere il cuore e sgranare gli occhi al primo sguardo, quelle che mi emozionano al solo metterle in moto, quelle che mi coinvolgono nella guida perchè hanno anime lontane anni luce da quelle super tecnologiche di oggi. Sono un inguaribile romantico cui piace guardare e guidare belle auto sulla scia di una calda emozione di sentimenti e non sulla base di freddi numeri prestazionali. Dimenticavo: sono qui perchè mi piace scrivere di auto classiche e raccontare eventi in cui si respirano ancora tradizioni e passioni che vivranno per sempre. Auto avute: Fiat Panda 750 Young '88, Fiat Punto '01 e '02, Lancia Y '09 Auto attuali: Alfa Romeo GT '05, Mazda MX-5 '97, Jaguar XJ8 '98
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