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Quel vulcano di Giuliano Bertolotti: dal Camel Trophy alla Tag Heuer
Giuliano Bertolotti è un personaggio vulcanico. Una di quelle persone con cui trascorrere ore e ore ascoltando aneddoti, da quelli di vita quotidiana a quelli relativi alle imprese più epiche. Giuliano è attualmente consulente per il gruppo LVMH (Luois Vouitton Moet Hennessy, la holding che gestisce la maggior parte dei brand di lusso), ed organizza eventi per conto della Tag Heuer. Appassionatissimo di Land Rover, è stato organizzatore dei famosi raid Camel Trophy tra il 1982 e il 1996.
I grandi incontri e le amicizie, nascono spesso per caso: nei primi anni ‘ 80 disegnava giacche sportive ed accessori per il tempo libero (tende, zaini…), inizia così, tra non pochi problemi la collaborazione con il produttore di sigarette Camel per la creazione di una linea di abbigliamento outdoor… ma fu l’ incontro fortuito con un P.R. della Leyland (all’epoca possessore della Land Rover) a sancire la nascita di quei raid leggendari tra le Terre più remote e la natura più selvaggia del Pianeta.
Ricordiamo alcuni successi italiani durante le varie edizioni del Camel Trophy: 1982 Papua Nuova Guinea, vittoria italiana (equipaggio Cesare Giraudo e Giuliano Giongo su Range Rover); 1983 ex Zaire (l’erpetologo Aurelio Girelli e il pilota di mongolfiere Paolo Contegiacomo su Land Rover 88 III serie) si aggiudicarono “ufficiosamente” il Team Spirit Award (premio ufficializzato dal 1985); 1984 Brasile, seconda vittoria dall’ equipaggio italiano (Maurizio Lavi e Alfredo Redaelli su Land Rover 110 ); 1986 Australia, secondo posto per l ‘equipaggio italiano (Daniele Terzi e Giorgio Albiero su Land Rover 90); 1987 Madagascar, terza vittoria italiana (Vincenzo Tota e Mauro Miele su Range Rover 2.4 DT). Procediamo con ordine, il suo “avvicinamento” al mondo Land Rover risale al 1972, quando a seguito di un incidente, in ospedale legge le avventure di Nino Cirani, appassionandosi a questi veicoli protagonisti di viaggi straordinari.
Il suo primo acquisto è una Serie 88 azzurro metallizzato “già dal colore avrei dovuto capire che era un bidone, ma ero giovane e pur di averne una, la comprai”. Da allora ha posseduto (e possiede ancora) molte auto, ma guardando al piazzale dinanzi al suo ufficio/garage/museo, a Centovera, nella campagna piacentina, si capisce subito quali siano quelle che gli piacciono di più.
Oltre ad una splendida Land Rover Defender 130 pick Pick Up del 2004 che usa regolarmente, troviamo schierate altre 4 Land Rover Serie 88 (II e III generazione ) ed una 110 da restaurare. La Serie 88 è la “madre” delle attuali Defender, e dopo aver creato il mito Land Rover, con 66 anni di gloriosa carriera la famiglia Defender nel 2015 uscirà di produzione, consolidando l’ affetto di schiere di appassionati e possessori di tutto il mondo. “Ti faccio vedere come distinguere le varie serie di produzione” e mi illustra le caratteristiche dei cruscotti, molto interessante quello della 2a serie:con il volante ed i pedali che possono essere montati a destra o sinistra senza difficoltà. Giuliano mi spiega anche come distinguere i modelli civili da quelli militari, bisogna cercare il tappo del serbatoio, e su quelli militari…beh è piuttosto difficile: chi non si intende di Land Rover rischierebbe di ammattire alla ricerca del bocchettone per il rifornimento, in quanto è situato sotto il sedile del passeggero, per ovvie ragioni di sicurezza.
Tra lo spiazzo e i locali adibiti a garage ed officina troviamo anche: una Citroen 2cv , una Innocenti Mini Cooper, un paio di Volkswagen Beetle, una del 1962 rossa e una una degli anni ’70 trasformata in buggy, una Range Rover 3.5 V8 3p seconda serie. Ci spostiamo di pochi metri, nell’officina c’è un motorhome su base Iveco Daily prima serie in fase de restauro. Non solo auto, nelle “stanze dei giochi” troviamo giacche e cimeli, veicoli a 2 ruote come una Triumph Bonneville ed un curioso veicolo elettrico a 3 ruote: Biga.
Proposto come mezzo per i vigli urbani, ha riscosso più successo come mezzo da traino in aziende ospedaliere, stazioni e d aeroporti. “Chi andrebbe in giro con un affare del genere? Io mi sentirei un pò stupido, e probabilmente anche i vigili, per questo non l’ hanno voluto…però ha tanta coppia, è elettrico… l’ho visto in aeroporto mentre trainava un Cessna”.
La cosa strabiliante di Giuliano, oltre alla mole di esperienze che ha avuto, è la sua capacità di reinventarsi: da ottico a stilista, da organizzatore di eventi fuoristrada ( e non… ) ad “ambasciatore” di una importantissima holding di prodotti di lusso. Amante dei “giochi da uomini”: orologi (Tag Heuer in primis, sempre nella galassia LVMH), auto, moto, coltelli da caccia… Dietro ogni oggetto in quei capannoni c’è un aneddoto, una storia da raccontare, dalla cagnolina Leica come le famose macchine fotografiche ai viaggi, agli incontri, agli scontri che ci chiede di non trascrivere, tutte vicissitudini emozionanti che riscaldano il cuore in un’ incerta mattinata d’ autunno.
Photo Credits: Federico Vandone Dell’ Acqua; Davide Maria Pintaldi
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Alby
14 Settembre, 2015 at 12:46
Deve essere straordinario saper fare tante cose, e soprattutto, oltre avere tante idee, trovare chi te le fa mettere in pratica, perchè al giorno d’oggi, se non hai un surpluss di diplomi, attestati, lauree, esperienza, ecc, non trovi nemmeno per fare una vendemmia, non è così ? O magari mi sbaglio..