L'editto-riale
Luxottica, un gruppo in Guerra?
La famiglia è sinonimo di molte cose in Italia, ma una contraddistingue il nostro paese dal resto del mondo, la grande impresa.
Alla guida delle più importanti realtà industriali nostrane abbiamo sempre famiglie importanti per prestigio, grandi per numero dei componenti e complicate per rapporti interni.
Agnelli, Benetton, Berlusconi, Caprotti, Del Vecchio, Della Valle e altri compongono il nostro panorama industriale più illustre, ma quanto conta la più basica delle formazioni sociali nel mondo degli affari?
Non poco basti pensare al Gruppo Luxottica, quotato in due listini a Milano e Wall Street diviso su 5 continenti e con un fatturato di 7 miliardi annui, che oggi si trova ad affrontare un periodo non facile a causa di problemi interni (ufficialmente negati) alla famiglia Del Vecchio.
Il patron Leonardo Del Vecchio, prossimo agli ottant’anni ha avuto sei figli da tre mogli diverse ed è risposato attualmente con la signora Zampillo.
Negli ultimi mesi il vertice del proprio Gruppo è cambiato già tre volte, prima con la cacciata da 170 milioni dello storico ad Guerra per molti l’artefice della consacrazione nel gotha delle imprese di Luxottica, poi la prematura uscita di scena del successore Cavatorta fino alla più recente nomina dei due nuovi amministratori delegati.
Quanto costerà al Gruppo l’allontanamento di Andrea Guerra? Quanto i mercati e gli stessi membri del Board mal sopportano questo repentino e difficile cambio di rotta?
Il titolo nelle scorse settimane era arrivato a perdere il 10 % in avvio di seduta con conseguente acquisto di titoli da parte dello stesso Del Vecchio (si mormora), l’inserimento di Massimo Vian e Adil Mehboob-Khan che andrà a pieno regime a partire dal prossimo gennaio pare stia facendo recuperare fiducia agli investitori e al titolo qualche punto ma la strada verso la ritrovata stabilità è ancora lunga.
Le quote della Delfin S.a.r.l., cassaforte del Gruppo che detiene il 61,35% del capitale sociale di Luxottica, sono suddivise in parti uguali tra i vari figli di Del Vecchio tuttavia sembra che questa lungimirante e studiata strategia da parte del fondatore, che si è trattenuto per sé l’usufrutto completo del pacchetto azionario oltre al suo personale 1,72 %, sia oggetto di possibili revisioni per insistenza della signora Zampillo di entrare in azienda con il 25%.
Quel che è certo è che Leonardo Del Vecchio sembrava aver voluto mantenere non solo una forte stabilità alla guida del Gruppo ma anche l’aurea divisione tra proprietà e gestione dell’azienda che spesso manca nelle industrie italiane, adesso però non sarà semplice far dimenticare la paura che il vecchio adagio del capitalismo famigliare torni a regnare anche su Piazzale Cadorna.
Per ora Del Vecchio ci prova con una lettera a rasserenare gli animi degli operai (e di tutti gli osservatori esterni) sulle sorti di Luxottica, affermando che il proprio è un rientro in azienda solo temporaneo per agevolare la transizione.
Le ultime manovre di avvicendamento ai vertici sembrano aver sortito l’effetto voluto, ma per gennaio la partita dovrà essere chiusa e l’equilibrio completamente ristabilito.
Lady Del Vecchio permettendo.