Garage VdS
Una passione chiamata Mercedes-Benz
“Quel sogno che comincia da bambino e che ti porta sempre più lontano…” ricorderete tutti questa frase tratta dall’ inno dei Mondiali di Calcio di Italia ’90, ecco credo sia quella che possa descrivere al meglio il mio rapporto con Mercedes-Benz. Molte persone mi conoscono per via di questa passione, in realtà la mia attitudine per l’automobile è ben più vasta e non si limita a questo marchio ma è indubbio che vi sia un legame speciale.
Vi racconto quindi come è nata e come si è consolidata nel tempo. Mi piacciono le Mercedes per la loro eleganza, sicurezza e per quelle piccole finezze progettuali come i porgi-cintura elettrici e l’assenza del montante centrale sulle coupè.
Tra i modelli che preferisco: le W100 600 per la loro meccanica; le Typ 680S Saoutchik e le 500/40K per la “bellezza crudele”; le SL W198 per la loro sensualità; le W113 SL Pagoda ed R129 per la loro eleganza essenziale; l’ intramontabile Classe G così come le statuarie CLS ed S Coupè. Il cupo ruggito dei motori V8 ( specialmente gli aspirati ) e la potenza dei V12 fanno il resto: mi emoziono tanto davanti ad una “esotica” SLS quanto ad una imponente S600… .
Tutto inizia a 4 anni, sfogliando Topolino rimasi folgorato da una foto della 300SL Gullwing: per me, che identificavo “LAMERCEDES” con i modelli W124 e 190, vedere un’ auto Mercedes-Benz dalla linea così sensuale e con quelle portiere dalla curiosa apertura è stata una rivelazione. Ricordo il mio disappunto il giorno del mio compleanno quando mio nonno mi regalò il modellino di una Mercedes-Benz SSK ( per intenderci, quella usata da Lupin ) … e non la Gullwing che desideravo!
Un’ altro colpo di fulmine: la W108 280 SE cabriolet, probabilmente uno dei modelli più eleganti di sempre.
In poco tempo i miei gusti automobilistici compiono un deciso cambio di rotta verso “la modernità” con la Classe E serie W210. La vedevo così diversa dagli altri modelli anni ’90: ero affascinato dai suoi doppi fari ellittici.
Uno zio mi regalò il modellino di una 500SL R129, e mi disse “Questa è come la mia, quando verrai a trovarmi ti faccio fare un giro con quella grande”. La R129 per molti rappresenta lo zenit della produzione Mercedes: tecnologia, prestazioni e una linea senza tempo. E’ stata una delle auto “icona” della mia infanzia, di quelle che vedevo nei film e che mi facevano restare a bocca aperta quando passavano per strada.
La CLK GTR è stata l’ ultimo modellino che mi ha regalato mio padre, mentre una E320 W210 il primo modello acquistato con i miei risparmi: 65 mila Lire.
Ricevuto il modellino di una S500 W220 decisi di fare “il salto di qualità”: desideravo essere sempre più vicino a Mercedes-Benz, perciò decisi di scrivere all’allora Presidente di Mercedes-Benz Italia Wolfgang Schrempp (fratello dell ex CEO di Daimler-Chrysler, Jurgen Schrempp) e gli raccontai della mia passione per le loro auto e dei miei progetti futuri (diventare un designer automobilistico). Il dott. Schrempp, mi rispose allegando alla lettera una ingente quantità di depliant e 3 modellini (2 Classe E W211 e uno Sprinter).
In quel momento capii che Mercedes-Benz era diventata parte integrante della mia vita. Presso l’ ex concessionaria Emme Emme di Bari, mi fu riservata un’ accoglienza speciale, probabilmente non c’ erano molti 15 enni appassionati di Mercedes: avevo la totale libertà di guardare, aprire e sedermi in ogni auto. Non mancavo mai alle presentazioni dei nuovi modelli, mi sentivo “a casa”. Ricordo ancora la prima volta che ho guidato una Mercedes, era una festa dei 18 anni, incontrai un vecchio amico, anche lui abbastanza “impallinato” con le auto e tra una chiacchiera e l’ altra mi ritrovai al volante di quella vecchia 250D, ora che ci ripenso realizzo che in quel momento non avevo ancora la patente…
Il culmine di questa mia avventura nel mondo Mercedes è stato raggiunto ad ottobre 2013, con una full immersion nel mondo Mercedes: visita al Museo di Stuttgart-Unterturkheim, visita alle officine AMG con test drive di A45, GL 63, CLS 63, SLS ed SL 65 AMG ed all’ impianto produttivo di Sindelfingen: il sogno di una vita diviene realtà.
In generale ciò che ha consolidato la mia “vocazione” per la Stella a tre punte alla fine è il fattore umano, dall’aspetto meramente affettivo legato alla figura di mio padre che mi ha trasmesso questa passione, alla gentilezza di chi mi ha sempre ascoltato, chi nonostante una posizione prestigiosa ed autorevole a fronte della mia giovane età, mi ha comunque accontentato; insieme ovviamente a tutti quelli che hanno lavorato per costruire un mito che prende forma nella Buona Stella che da più di un secolo illumina la strada ai guidatori delle vetture Mercedes-Benz.