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Ferrari 250 GTO: è lei l’auto più costosa di sempre!

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Una bella auto è sempre più assimilabile al buon vino che, invecchiando, migliora. Non è certo una novità per gli addetti ai lavori o per gli appassionati delle auto d’epoca, ma il successo cui si è assistito nel week end di Ferragosto ne è stata la conferma; la conferma che storia, tradizione e brand di un’auto costituiscono gli ingredienti necessari per una ricetta di successo. Questo è l’antipasto di questa nostra storia. Ma veniamo ai fatti che iniziano nel lontano 1962 a Maranello e finiscono nella contea di Monterey in California, precisamente a Pebble Beach, in questo Ferragosto 2014, a giusto 26 anni dalla morte del “Drake” Enzo Ferrari.

L’ingrediente principale di questa ricetta di successo è proprio un’auto di Maranello che risponde al nome di Ferrari 250 GTO. Precisamente la Gran Turismo Omologata di cui ci accingiamo a parlare venne alla luce l’11 Settembre 1962. Avente telaio 3851 GT, risultava essere la diciannovesima Ferrari 250 GTO prodotta su soli 36 esemplari nati a cavallo tra il ’62 e ’63. Il suo primo acquirente fu l’ex pilota francese di Formula 1, Jo Schlesser, noto per la sua brevissima carriera in Formula 1 con appena tre gran premi disputati. Schlesser acquistò la sua Ferrari 250 GTO di colore argento e con il tricolore blu-bianco-rosso della bandiera francese che la attraversava longitudinalmente su tutta la carrozzeria.

Jo Schlesser

La vettura da Maranello sarebbe ben presto arrivata in Francia per prendere parte al Tour de France automobilistico che sarebbe iniziato il 15 Settembre 1962. L’equipaggio che partecipò con la Ferrari 250 GTO alla corsa francese era formato da Jo Schlesser e Henri Oreiller, un grande sciatore con all’attivo due medaglie d’oro ai giochi olimpici di Sant Moritz del 1948, ma che, una volta terminata la carriera sciistica, si dedicò all’altro suo grande amore: le corse automobilistiche.

Henri Oreiller

Grazie alla velocità dell’equipaggio e alla competitività della vettura, la gran turismo di Maranello chiuse il Tour de France al secondo posto. Purtroppo la felicità lasciò ben presto spazio alla tristezza: a sole due settimane dai festeggiamenti del podio, il 7 Ottobre 1962, nel corso di un’altra gara sul circuito francese di Monthlery, proprio l’ex sciatore Oreiller perse la vita in un terribile incidente al volante della Ferrari. Schlesser, provato per l’infausto accaduto, riportò la vettura a Maranello e la vendette a quello che fu il suo secondo proprietario, l’italiano Paolo Colombo, che la impiegò con proficuo successo per partecipare assieme al co-pilota Ernesto Prinoth, nelle gare in salita.

Alla fine del 1963 la Ferrari 250 GTO venne rilevata proprio da Prinoth, ottimo ingegnere nonché ottimo pilota, che ne divenne il proprietario esclusivo. Grazie a Prinoth la Ferrari fu utilizzata per gare sia in salita che su pista, ma per poco tempo: difatti nel 1965 la Ferrari 250 GTO cambiò proprietario per la quarta volta finendo nelle mani di Fabrizio Violati, membro della famiglia che all’epoca dei fatti era proprietaria delle acque Ferrarelle e Sangemini ed inguaribile collezionista di auto sportive, che tenne per sé la vettura di Maranello per ben 49 anni fino alla sua morte avvenuta nel 2010. Violati, anch’egli “gentleman driver” comprò la Ferrari 250 GTO da Prinoth ad un prezzo di 2.500.000 lire, ma non la portò subito in pista visto che nel 1960 fu protagonista di un gravissimo incidente e la sua famiglia gli impedì di tornare a correre. Così la Ferrari rimase per circa quindici anni in garage e venne utilizzata solo per sporadiche uscite. La Ferrari 250 GTO tornò alle competizioni solo nel 1979 quando Violati decise di iscriverla alle prime corse storiche: nel 1985, la coupè di Maranello vinse il Campionato Europeo FIA riservato alle auto storiche e nel 1989 conquistò la famosa Targa Florio. L’amore verso le Ferrari spinse Violati a creare la collezione “Maranello Rosso” nello stato di San Marino: collezione in cui la regina era sicuramente la Ferrari 250 GTO di cui vi stiamo raccontando. La vettura col “cavallino nero” sul cofano rimase in perfetto stato di conservazione per tutti i 49 lunghi anni in cui Violati ne rimase proprietario: un record, difatti mai nessun’altra 250 GTO è rimasta nelle stesse mani per così tanti anni. Non solo: nel corso di questi anni la GTO fu oggetto di cure e premure da parte di Violati per far in modo che si conservasse in maniera perfetta fino ai giorni nostri.

La vettura ad oggi ha ancora elementi assolutamente originali come il libretto di circolazione, il certificato di proprietà che ne testimonia la storia e la prima targa MO80576. Inoltre ha delle caratteristiche uniche come gli scarichi da corsa con uscite laterali che le donano un suono particolarmente corposo e diverso da tutte le altre. Essendo una vettura da corsa, nel tempo la GTO fu riverniciata col colore rosso tipico delle vetture italiane da competizione di quegli anni e arricchita da tabelle porta numero di colore bianco sul cofano e sulle portiere. Questa la storia di una delle vetture più iconiche costruite a Maranello: storia che, come dicevamo in apertura, assieme a tradizione e brand hanno contribuito a portare la Ferrari della nostra storia alle luci della ribalta e al successo.

Le luci della ribalta sono quelle dei riflettori della Bonhams, casa d’aste specializzata in vetture storiche di altissimo rango, ed il successo è quello riscosso dall’asta che si è tenuta nel week end di Ferragosto. Infatti, nel corso del celebre concorso d’eleganza di Pebble Beach, la Bonhams ha messo all’asta proprio la Ferrari 250 GTO di cui vi abbiamo raccontato: l’attesa è stata tanta, l’interesse suscitato negli addetti ai lavori è stato altissimo e la curiosità degli appassionati è stata incredibile. Ci si chiedeva quale potesse essere il giusto prezzo per portarsi a casa non solo la Ferrari 250 GTO, ma anche il suo passato fatto di storia, tradizione e brand. Domanda a cui è stata subito data una risposta che non lascia spazio a dubbi: 38,115 milioni di dollari o se preferite 28.528.626 milioni di euro. Tanto è stato il prezzo pagato dall’appassionato e facoltoso acquirente per mettersi nel garage la vettura più costosa e più valorosa di tutti i tempi: difatti l’asta organizzata dalla Bonhams per questa Ferrari storica ha letteralmente stracciato il record precedente di poco più di 22 milioni di euro detenuto dalla seppur gloriosa Mercedes Benz W196 R F1 del 1954. Mai una vettura classica aveva raggiunto una cifra simile diventando di diritto l’auto di più alto valore al mondo dal punto di vista della storia, della tradizione, del brand e, conti alla mano, del costo.

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Sono nato ad Isernia nel 1979 e mi sono laureato in Scienze Politiche nel 2004. Fin da piccolo appassionatissimo di automobili, ho sempre lavorato nel settore automotive. Amo le auto classiche: quelle che mi fanno battere il cuore e sgranare gli occhi al primo sguardo, quelle che mi emozionano al solo metterle in moto, quelle che mi coinvolgono nella guida perchè hanno anime lontane anni luce da quelle super tecnologiche di oggi. Sono un inguaribile romantico cui piace guardare e guidare belle auto sulla scia di una calda emozione di sentimenti e non sulla base di freddi numeri prestazionali. Dimenticavo: sono qui perchè mi piace scrivere di auto classiche e raccontare eventi in cui si respirano ancora tradizioni e passioni che vivranno per sempre. Auto avute: Fiat Panda 750 Young '88, Fiat Punto '01 e '02, Lancia Y '09 Auto attuali: Alfa Romeo GT '05, Mazda MX-5 '97, Jaguar XJ8 '98