Auto
Una domenica in giallo per festeggiare la vittoria al Tour di Vincenzo Nibali
Era da tempo che con Luigi avevamo in programma di vederci per un aperitivo, per salutare la felice collaborazione, iniziata con le foto di Rosy alla Silver Flag di quest’anno (andate a leggere la storia dell’incontro casuale se non l’avete ancora fatto).
Oltre alle Bagheera di cui vi parleremo prossimamente, lui ha, anche, una Fiat 124 Spider 1800 gialla e volevamo fotografarla insieme alla mia Coupè Giallo 242.
Cogliendo l’occasione dell’insperata bella giornata di ieri, il team di VitadiStile è tornato in fretta dal Trofeo Renati, che volgeva alla conclusione (di cui leggerete gli speciali nei prossimi giorni), per raggiungere il luogo di ritrovo con il fotografo ed una coppia di amici. Lì, ho avuto il piacere di conoscere la modella, Elena, e suo marito, carrozziere appassionato di auto.
Veloce presentazione, il tempo di fare benzina (purtroppo 95 RON in assenza di un distributore ad alti ottani) e la coppia di 124 si è diretta al set dello shooting, di cui avete già potuto apprezzare un assaggio live ieri, sui nostri canali social. Per una breve storia dell’importanza del “giallo”, vi rimandiamo alla fidata Wikipedia, ma qui è il caso di citare quanto accade in zoologia:
…il giallo, specialmente se associato al nero, indica agli altri animali il pericolo; è usato, per esempio, da api, vespe ed animali marini tossici o dotati di pungiglione che in questo modo comunicano la loro pericolosità agli altri.
La scelta della data non è stata casuale (anche se il tempo ci ha aiutato): mentre Luigi stava scattando le foto a Elena, lo “Squalo dello Stretto”, Vincenzo Nibali, veniva incoronato campione del 101° Tour de France, 16 anni dopo l’ultimo italiano a salire sul podio della Grande Boucle, il leggendario Marco Pantani. In molti hanno notato, proprio come nel 1998, è il ciclismo a “lavare l’onta” della sconfitta della nazionale di calcio.
Gli scatti del “Pirata” sulle salitone, rimarranno sempre impressi nella mia memoria, soprattutto perchè all’epoca a vincere era anche una bici italiana: la Bianchi. Il binomio uomo-macchina tutto italiano ci scalda sempre molto, proprio perchè ormai raro (basti pensare alla Ferrari).
In ogni caso, bici a parte, con domeniche vittoriose come questa (la Costa Concordia è giunta a Genova mostrando come si sia saputo porre rimedio ad un disastro, effettuando con successo un’opera mai compiuta prima), è impossibile non inorgoglirsi per il genio italiano. Ecco il perchè della scelta di due capolavori dell’industria nazionale, vestiti nel colore del giorno, accompagnati dal fisico atletico di Elena.
Fatte le ultime foto, ci siamo poi diretti al paese vicino per il meritato aperitivo. Durante tutto lo shooting abbiamo potuto notare come siano totalmente diverse le linee delle due Fiat, tanto da non sembrare nemmeno sorelle: i tratti di Tom Tjaarda sono molto più originali e dirompenti (per il 1966) della proposta del Centro Stile diretto da Boano (resa più sportiva in questa seconda serie), tipico esempio di “GT all’italiana”.
Parcheggiate una di fianco all’altra, di fronte al bar, ci siamo accorti del curioso richiamo a freccia dei musetti, differenti solo per la scelta dei fari, sia come numero che come posizionamento. Dopo quest’ultimo particolare, ci siamo potuti concedere un bel brindisi, al servizio ed all’Italia che vince (la storia sportiva dei Bialbero Fiat è nota a tutti) in giallo.
Pingback: Merckx and Ickx Expo: una leggenda lunga 70 anni
Pingback: Un'estate italiana: Alfa Romeo Duetto e Fiat 124 Spider