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L’auto di Papa Wojtyla va verso Roma

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Probabilmente non avete mai sentito parlare di questa automobile. La FSO Warszawa era un marchio di auto polacco con sede a Varsavia, il primo a costruire auto in Polonia dopo la seconda guerra mondiale dal 1951 al 1973.

Seppur sconosciuta ai più, il primo modello della FSO fu la M20, automobile che venne scelta da Wojtyla come mezzo di trasportodurante il suo arcivescovado a Cracovia, l’unica che lui abbia mai avuto, per poi essere eletto Papa il 16 ottobre 1978.

Chiamata come la città di Varsavia, la Warszawa fu fino al 1957 identica alla GAZ Pobeda e costruita su licenza. Da quell’anno l’auto ricevette una modernizzazione ed un restyling, e prese il nome di FSO Warszawa M20 model 57, per poi cambiare in Warszawa 200 dopo un’altra modifica estetica all’anteriore. 

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L’auto rimase per anni in mano del nipote dell’autista di Wojtyla, Piotr Staszcyk, per poi essere acquistata nel 2012 dal collezionista tedesco Marek Shramm. Dopo un intenso restauro l’auto é finalmente pronta a ritornare su strada.

È ora difatti in viaggio guidata da Marek stesso insieme a due meccanici per l’assistenza alla volta di Roma, dove conta di arrivare il 26 aprile, vigilia della canonizzazione di Giovanni Paolo II.

Curiosità: i documenti originali della M20 riportano il nominativo del Cardinale Wojtyla. La targa originale era KR9613 ed ora è sostituita con IL JP2 H: Il indica Ilmenau luogo di residenza di Schramm, JP2 sta per John Paul II e la H significa ‘historisch’.

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Nato a Pavia nel 1992, ho vissuto in varie parti d'Italia seguendo la famiglia e, più tardi, seguendo i miei studi in biologia. I viaggi sono una delle mie grandi passioni, ed é proprio viaggiando che mi sono ammalato d'Africa. Landroverista da sempre e proprietario di Defender, amo girare per il mondo e fotografarlo: sin da quando sono bambino ho una macchina fotografica in mano, e un giorno spero di coronare il mio sogno di diventare un fotografo professionista. Adoro le automobili in maniera viscerale. Quelle inglesi mi fanno tremare le gambe.